Coronavirus, i controlli
Troppi in giro: 636 denunciati
Rischiano anche il passaporto

In sette giorni è triplicata la percentuale dei segnalati alla Procura. Il questore: «Chi pensa di evitare le sanzioni sappia che non potrà espatriare

Seicento comaschi rischiano di vedersi rifiutare il rinnovo del passaporto se, alla fine dell’emergenza coronavirus, non avranno chiuso i conti con la giustizia per aver violato il divieto di allontanarsi di casa senza un giustificato motivo. Cresce il numero di persone denunciate dalle forze di polizia alla Procura della Repubblica per inottemperanza di un ordine dell’autorità. Dall’inizio dell’emergenza a oggi (ovvero in un paio di settimane) per persone denunciate in provincia sono state complessivamente 636.

Si tratta di un dato che è possibile leggere sotto due chiavi. La prima positiva: soltanto l’1% delle persone controllate da polizia, carabinieri, finanza e polizie locali è risultato non avere un motivo valido per trovarsi lontano dalla propria abitazione o dal proprio comune. La seconda negativa: anziché diminuire, quella percentuale è aumentata nell’ultima settimana, a dispetto delle notizie sempre più drammatiche sulla diffusione del virus.

Se nei primi sette giorni, stando ai dati resi noti dalla Prefettura di Como, la percentuale di denunciati è stata appena dello 0,5% rispetto al numero delle persone controllate, negli ultimi sette giorni (il dato è aggiornato al 20 marzo) quella percentuale è stata dell’1,7%. Triplicata, dunque. E dopotutto che sempre più persone avessero iniziato a girare per le strade della provincia, era una sensazione che avevamo avuto un po’ tutti.

Ieri mattina un nostro lettore, Roberto Vaghini di Como, ci ha chiamati per segnalarci come dalla finestra di casa sua, in via Milano, vedesse ancora troppa gente in giro: «Il traffico è ridotto, certo, ma sembra una normale giornata estiva. Vedo tanti giovani passeggiare a gruppetti. Ma perché le persone non capiscono cosa sta accadendo attorno a noi?».

Tanto per dare un’idea della scarsa comprensione del pericolo, i carabinieri di Como nei giorni scorsi hanno denunciato alcune persone ad Albavilla impegnate in un barbecue tra amici. Ma se sfugge l’importanza di seguire le regole per questione di sicurezza e di salute, forse non sfuggeranno, a chi ignora i divieti, le conseguenze di una denuncia penale. Detto che corrono il rischio – oltre all’ammenda – di doversi pagare anche le spese di un avvocato per difendersi, qualora non dovessero prontamente mettersi in regola con la sanzione penale erogata, rischiano di non poter più non soltanto rinnovare il passaporto e quindi uscire dall’Unione europea in un futuro, ma anche vedersi ritirare la carta d’identità valida per l’espatrio.

«Noi regolarmente prima di rinnovare i passaporti – conferma il questore di Como, Giuseppe De Angelis – controlliamo che non vi siano pendenze con la giustizia.

A tutti quelli che non hanno pagato contravvenzioni dovute a denunce penali non solo non rinnoviamo il passaporto, ma segnaliamo anche al Comune l’esigenza di ritirare loro la carta d’identità utile per girare all’interno dell’Unione europea o per andare in Svizzera». E con la nuova stretta sulle attività all’aperto, è quantomai necessario rispettare le norme per ritrovarsi tra capo e collo qualche guaio giudiziario da dover risolvere.n 

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