Erba: «Basta ai bivacchi
nelle fabbriche dismesse»

Sono diretti ai proprietari delle aree che erano state ispezionate dai carabinieri il 13 febbraio. «L’ex Enel e l’ex Spreafico vanno messe in sicurezza»

Le ordinanze sono pronte, il sindaco Veronica Airoldi le ha firmate e nelle prossime ore verranno inviate ai proprietari delle vecchie industrie ispezionate dai carabinieri lo scorso 13 febbraio: la richiesta, ancora una volta, è di mettere in sicurezza gli edifici e di impedire l’accesso ai disperati. Intanto i proprietari dell’ex Gasfire - che non riceveranno alcuna ordinanza - hanno sigillato di propria iniziativa le finestre dello stabile affacciate su via Mazzini.

«I controlli straordinari dei carabinieri - ricorda il primo cittadino - sono stati effettuati il 13 febbraio. In seguito mi è stata consegnata una relazione dettagliata dalla quale si evince che in due casi - l’ex Enel di via Fiume e l’ex tintoria Spreafico di via Leopardi - sono stati rivenuti resti di bivacco: è la prova che le persone continuano a entrare e uscire da questi edifici».

Le prime a rischiare sono proprio le persone che decidono di trascorrere la notte in quegli stabili: sono strutture abbandonate da tempo e potrebbero verificarsi crolli. Inoltre l’accensione di fuochi notturni per scaldare l’ambiente o cucinare fa crescere il rischio di incendi: il ricordo corre subito all’estate del 2017, quando le fiamme divamparono per ore proprio all’interno dell’ex Spreafico.

La proprietà dell’ex Gasfire, invece, non riceverà alcuna ordinanza da parte del sindaco, eppure è l’unica che continua a operare di propria iniziativa per mantenere in sicurezza gli stabili: martedì alcuni operai hanno lavorato per sigillare con alcune grate le finestre dell’ex Gasfire collocate sul retro dell’azienda, in via Mazzini.

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