Erba, l’Eufemino al Fatebenefratelli
«Un’ancora di salvezza contro il virus»

La cerimonia a Lariofiere nella giornata del ringraziamento ad associazioni e volontari impegnati nell’emergenza sanitaria

«Per essere stato egida e riferimento insostituibile nei momenti più drammatici della pandemia. Con instancabile determinazione e con profonda umanità, i medici, gli infermieri, i frati e tutto il personale si sono prodigati nell’assistenza ai malati e nel sostegno alla nostra comunità». Con questa motivazione sabato 12 settembre il sindaco Veronica Airoldi ha conferito l’Eufemino d’argento all’ospedale Sacra Famiglia Fatebenefratelli. La massima benemerenza civica è stata consegnata nelle mani del priore, fra Giampietro Luzzato, nella cornice del centro espositivo di Lariofiere: il priore era accompagnato dal direttore sanitario, Pierpaolo Maggioni, e dal direttore di struttura, Damiano Rivolta. In seguito il sindaco e il presidente del consiglio comunale Matteo Redaelli, che ha coordinato l’evento, hanno consegnato decine di attestati di riconoscenza alle associazioni, alle istituzioni e ai cittadini che si sono prodigati nei mesi più difficili della crisi. La cerimonia si è aperta con l’inno nazionale e con il doveroso ricordo dei 52 erbesi che hanno perso la vita a causa del Covid-19, oltre che con un abbraccio simbolico a tutti coloro che hanno lottato contro il coronavirus. «Quelli appena trascorsi - ha detto il sindaco Airoldi - sono stati mesi drammatici e complicati, caratterizzati da un’incertezza senza precedenti. Nel giro di poche ore siamo precipitati da una situazione di sostanziale controllo delle nostre vita ad una nella quale il timore e l’insicurezza sono diventati il comune denominatore delle nostre giornate. Ma fin nell’incertezza di quei primi e interminabili momenti, il Fatebenefratelli di Erba è diventato un punto di riferimento per l’intera comunità cittadina, rappresentando una vera ancora di salvezza». Giorno dopo giorno, nei mesi di marzo e aprile, la situazione sanitaria si faceva sempre più grave e complessa. «Medici, infermieri e tutto il personale dell’ospedale - ha ricordato Airoldi - hanno mostrato una disponibilità, un’umanità, un’abnegazione che vanno ben oltre il senso del dovere. Nessuna richiesta è restata inascoltata, nessun problema è stato ignorato, nessun bisogno è rimasto senza risposta e tutto ciò rappresenta un valore inestimabile del quale la comunità cittadina è grata e orgogliosa». L’Eufemino è stato ritirato dal priore, un frate che ha visto il suo ospedale trasformarsi improvvisamente in un presidio d’emergenza con reparti stravolti e tende da campo montate in giardino. «Ringrazio il sindaco, il consiglio comunale e la città di Erba - ha detto fra Luzzato - per l’apprezzamento nei confronti dell’ospedale. Nei momenti difficili abbiamo avuto la solidarietà dell’intera comunità erbese, ci ha molto colpito, soprattutto nel momento in cui è scoppiata la pandemia e non si trovavano i mezzi per farvi fronte: mascherine, visiere, farmaci per curare i pazienti, anche se non si sapeva ancora come curarli». Il priore ha ringraziato per le moltissime donazioni ricevute, che consentiranno all’ospedale di fronteggiare anche un’eventuale seconda ondata. «Dedico questo premio a tutta la comunità ospedaliera, dai medici a tutti i collaboratori che hanno lavorato fino a 12 ore consecutive con camici, mascherine e visiere prima di poter staccare». L’amministrazione ha ricordato poi due erbesi recentemente scomparsi. Il primo è Ivan Mauri: nato e cresciuto in città, era medico di famiglia nel Comune di Brivio ed è morto a marzo a causa del Covid-19; l’attestato è stato consegnato alla moglie e al vicesindaco di Brivio. Sul palco è salita poi Ofelia Pozzoli, figlia di Ketty Giampietri. Volontaria della Protezione Civile Erba Laghi, Ketty - scomparsa nel mese di agosto - ha operato instancabilmente nel pieno della pandemia nonostante stesse combattendo contro una malattia che non le ha lasciato scampo.

(Luca Meneghel)

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