«I miei canguri sono nei recinti». Appello di Gavazzi per riaverli

Pusiano Il proprietario dell’Isola dei Cipressi scrive al ministro Pichetto Fratin. «Qui i wallaby facevano quello che volevano, in Toscana non solo liberi»

«Canguri portati via dall’Isola dei Cipressi dove vivevano in piena libertà per vivere in recinti o gabbie», dopo tutto quanto successo sulla sua proprietà interviene Gerolamo Gavazzi. I wallaby, chiamati anche impropriamente canguri nani, non sono più a Pusiano ma è unanime il dispiacere per la scelta dell’autorità e una petizione online per riportare i canguri sull’isola in pochi giorni ha raccolto oltre 2.700 firme.

La storia dei wallaby è nota nel 2016 il Tribunale di Como ha condannato Gerolamo Gavazzi, proprietario dell’isola, al pagamento di un’ammenda di 14mila euro per violazione dell’articolo 6 della legge 150 del 1992, che disciplina i reati sul commercio internazionale delle specie in via di estinzione. Il giudice ha disposto la confisca dei canguri e la loro assegnazione diretta al Corpo forestale dello Stato, alcuni giorni fa i militari hanno catturato i 13 canguri portandoli in Toscana in un parco in provincia di Grosseto.

«La nostra Fondazione ha vissuto una vicenda singolare che ha avuto grande scalpore e risonanza mediatica molto vasta – spiega Gavazzi in una lettera a Gilberto Pichetto Fratin ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica -. Nel 1991 fu acquistata da un rivenditore di animali una copia di wallaby. Erano chiusi in una gabbia; suscitavano tenerezza e compassione. Li liberai sull’Isola dei Cipressi nel lago di Pusiano. Circa cinque anni dopo venne promulgato dal Ministero dell’Ambiente un decreto che vieta la detenzione di animali considerati pericolosi. Tra gli animali “feroci” inspiegabilmente furono inclusi nella lista tutte le specie di canguro, compreso i docili e timidi wallaby. Grazie a questa nuova disposizione legislativa il sottoscritto, che fino al giorno prima era un cittadino immacolato, incorreva nel reato penale di detenzione di animali pericolosi. Ignaro, perché non leggo ogni giorno la Gazzetta Ufficiale, continuavo da inconsapevole delinquente a dormire sonni tranquilli».

Il tempo passa velocemente e i wallaby nel mentre crebbero di numero: «Quasi venti anni dopo la Forestale fece un sopralluogo ed emise un provvedimento di sequestro con condanna del sottoscritto per il grave reato di detenzione di animali pericolosi. Mi sono difeso in tribunale, ma il giudice non poteva far altro che applicare la legge. Sia il giudice del Tribunale, sia i Forestali prima e i Carabinieri Forestali dopo, hanno fatto capire che consideravano la legge assurda, ma non potevano certo non applicarla. Recentemente i canguri nani sono stati catturati con l’ intervento di qualche decina di persone (compreso molti militari armati!) durato qualche giorno, per trasferirli in una struttura dove ora vivono in recinti o gabbie e non più in libertà come erano sull’Isola dei Cipressi e senza più godere del bellissimo prato denso e verde dell’isola, unico cibo di cui si nutrivano. Il tutto con grande dispendio di denaro pubblico e sopratutto con un provvedimento contrario al benessere di questi poveri animali. Mi domando come può essere che in Italia, unico paese in Europa, si considerano questi animali “pericolosi”. Non è il caso di rivedere la lista citata?».

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