Inverigo, Luca va di fretta
E nasce sull’ambulanza

Mamma Ester e il neonato sono in ottime condizioni

Aveva fretta di nascere Luca Locatelli e ha deciso di farlo sulla 676, l’ambulanza della Sos di Lurago d’Erba in servizio nella notte tra lunedì 23 e martedì 24 agosto. È nato così alla 1,29 in viaggio, non lontano dall’ospedale di Erba, per un peso di tre chili e 290 grammi: un neonato in ottima forma. Mamma Ester Donghiè tornata casa dall’ospedale e racconta quei momenti: «Eravamo andati nel pomeriggio in ospedale per una visita e per capire se fosse il caso di rimanere in reparto, ma ritenevano ci fosse ancora tempo – spiega - La sera mi sono accorta della situazione e abbiamo chiamato l’ambulanza. Ho avuto una figlia 15 mesi (Gaia) fa quindi ho capito subito che stavo partorendo. Ho spinto il più possibile, e alla fine l’avevo tra le mie braccia».

«Appena arrivata al Fatebenefratelli di Erba mi hanno portata in sala parto e hanno tagliato il cordone ombelicale - continua la mamma di Luca - È stata di sicuro un’esperienza particolare, nascere con la sirena e in viaggio, per altro mio marito Roberto Locatelli è vigile del fuoco di una famiglia in gran parte impegnata in quel servizio quindi sono abituati alle sirene». Luca doveva nascere il 27 ed è arrivato tre giorni prima.

Sull’ambulanza della Sos Lurago c’era l’equipaggio composto da Alberto Galli, Luca Pedretti, Nadia Parma e Noemi Ostinelli. Racconta Pedretti l’esperienza vissuta in una notte davvero particolare: «Abbiamo ricevuto la chiamata alla 1,08, e arrivati a Inverigo c’era ad aspettarci il marito volontario dei vigili del fuoco. Abbiamo portato la moglie in ambulanza ma sin da subito le contrazioni sono aumentate e abbiamo capito che difficilmente saremmo arrivati in tempo. Noi non abbiamo fatto molto, è stata brava la mamma. Siamo felici che sia andato tutto bene. Poi quando ho visto la mamma in reparto con il bambino in ottima salute e mi hanno detto che avevano deciso da tempo di chiamarlo Luca come me mi sono ulteriormente commosso. Il destino è davvero sorprendente».

(Giovanni Cristiani)

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