«Io sto con chi ha sparato al ladro»

Solidarietà da parte del sindaco di Barni

Contrario invece il primo cittadino di Caslino d’Erba

Ad Albavilla nel 2013 il sindaco di Barni Mauro Caprani dopo una rapina nella propria abitazione espose il cartello “Qui si spara” e dice oggi: «A due anni di distanza i miei figli sono ancora spaventati la sera, non sono assolutamente pentito». Prima l’episodio di Vaprio d’Adda, con il pensionato sessantacinquenne Francesco Sicigniano che spara uccidendo un ladro di origine albanese, poi il racconto del 40enne frontaliere di Ronago. È storia dell’altra sera: si è armato di coltello per affrontare due malviventi che erano entrati nella sua abitazione. Difficile capire cosa scatta quando la propria privacy viene violata e la propria famiglia e la vita sono a rischio. Negli anni i ladri hanno visitato case ovunque, c’è chi dormiva e magari a continuato a farlo, chi ha sparato un colpo in aria. È capitato anche a dei sindaci di vedere la propria abitazione messa sottosopra; nel 2013 fece scalpore il primo cittadino di Barni, con abitazione ad Albavilla, che mise un cartello sul cancello con scritto “Qui si spara” dopo una rapina in casa in cui i ladri incontrarono moglie e figli.

Ma se per il sindaco di Barni non ci sono remore davanti alla violazione della propria privacy, per quello di Caslino d’Erba Marcello Pontiggia, anche lui vittima di un furto un anno fa, si devono rispettare i limiti imposti dalla legge: «Anch’io ho subito un furto. Capisco umanamente la reazione del pensionato di Vaprio d’Adda ma credo ci siano dei limiti imposti dalla legge che non devono essere superati».

Sul giornale in edicola tutti gli approfondimenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA