La frode è made in China
Indagati 38 imprenditori
per tre milioni di evasione

Una rete di imprese e di legami familiari che si estende in tutta Italia

Una rete di imprese e di legami familiari che si estende in tutta Italia al centro di una maxi frode fiscale: ed è stata scoperta a Como.

È quanto la Procura contesta a 38 imprenditori di origine cinese attivi nel settore dell’abbigliamento nella nostra provincia e in quelle di Torino e Prato, che avrebbero emesso false fatturazioni (per prestazioni del tutto inesistenti), allo scopo appunto di simulare l’avvenuto pagamento dell’aliquota Iva, da portare in detrazione nei confronti del fisco e di abbattere proporzionalmente, per via degli apparenti maggiori costi, il reddito imponibile ai fini Ires.

Gli accertamenti, che sono stati eseguiti dall’Agenzia delle entrate di Como e dalla Guardia di finanza, coprono un arco temporale che va dal 2013 al 2015.

La Procura (titolare dell’inchiesta è il pm Mariano Fadda ), chiede il rinvio a giudizio per tutti i 38 imprenditori, alcuni legati tra di loro anche da legami di parentela.

Nella nostra provincia le loro attività hanno sede, oltre che nel capoluogo, anche a Erba, a Mariano Comense e a Olgiate Comasco. E proprio qui si sarebbe verificato l’episodio principale: al solo titolare di una impresa individuale di Olgiate appunto, viene contestato di avere emesso fatture per operazioni mai avvenute e formate al solo scopo di consentire ai destinatari (decine di altre imprese, sempre gestite da cinesi), l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva: per l’anno 2013 un imponibile di 135.754 euro e Iva per 30mila. Il botto è nel 2014: un imponibile che addirittura supera un milione e 651mila euro, che corrisponde ad una evasione dell’Iva pari a 363mila euro.

Destinatarie di tutte questa mole di fatture sono altre società intestati a connazionali, in particolare dell’area di Prato, la provincia toscana che conta la maggior penetrazione di cinesi di tutta Italia (oltre il 20% della popolazione).

Ieri mattina in Tribunale l’udienza preliminare, di fronte al giudice Laura De Gregorio. Nessuno degli indagati si è palesato, tutti sono stati rappresentati dai rispettivi avvocati, arrivati da ogni parte d’Italia. Numerose (almeno quante sono le province di appartenenza delle imprese coinvolte), le eccezioni di competenza territoriale avanzate dai legali.

Un fascicolo corposo, per esaminare il quale il giudice ha rinviato all’udienza dell’11 marzo, quando si pronuncerà sulle eccezioni sollevate ieri dai difensori.

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