Lisa morta sul cantiere edile
Assolto il titolare dell’azienda

La sentenza in Cassazione per l’ex capitana del volley ad Albese con Cassano. La madre sconvolta «Uccisa un’altra volta»

«Si parla tanto di violenza sulle donne, ma ditemi se non è violenza una condanna di appena sei mesi e una assoluzione per una donna di 31 anni morta sul lavoro. Me l’hanno uccisa un’altra volta, anche con alcuni commenti durante il processo», spiega la mamma di Lisa Picozzi, Marianna.

Sono passati dieci anni dalla morte dell’ingegner Lisa Picozzi, capitana della squadra di pallavolo di Albese con Cassano, la famiglia della donna morta a 31 anni risiede a Rodano, ma ad Albese tutti conoscevano la giocatrice e la mamma assidua frequentatrice del palazzetto per tifare la figlia.

La capitana della squadra di volley di Albese con Cassano precipitò dal solaio di un capannone della ex Selcom, società del Gruppo Adelchi in Puglia. Lisa stava facendo un sopralluogo per posizionare dei pannelli fotovoltaici, era il 29 settembre 2010, sul tetto un lucernario non segnalato coperto da una lastra di eternit, la donna cade da sette metri di altezza.

Dopo dieci anni negli scorsi giorni è arrivata la pronuncia della Cassazione, il terzo grado di giudizio che ha assolto l’imputato Adelchi Sergio, mentre al figlio sono rimasti i 6 mesi di condanna.

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