Lurago, addio al ristoratore Cesana
La sua cassoeula era speciale

Aveva 87 anni ed è è stato il patron della trattoria “Capanna” ora alla terza e quarta generazione

Se ne va una pagina di storia del paese: è morto la notte di Natale Antonio Cesana, 87 anni, seconda generazione della famiglia che gestisce la storica trattoria ristorante “Capanna” di via degli Artigiani. Una storia iniziata nel 1945, che racchiude la laboriosità brianzola ed è stato esempio di rilancio dopo la guerra.

Antonio era conosciuto per la sua cassoeula, appunto detta del Togn, che faceva gola ai visitatori. Una storia di dedizione alla famiglia e al lavoro, che ora viene portata vanti dai figli, Giancarlo e Paolo, e dal giovane nipote Matteo. Vicino alla sede della trattoria, nell’immediato Dopoguerra sorgeva la fornace dove venivano prodotti e lavorati, soprattutto da operai di origine friulana e veneta, mattoni e laterizi che servivano per rifare Milano e tutte le zone colpite dai bombardamenti. La zona era lontana dai centri abitati di Monguzzo e Lurago e gli operai spesso avevano sete e necessità alla sera di ritrovarsi per un momento di riposo. Nelle vicinanze c’era una cascina: una di quelle vecchie case rurali della zona.

Alla sera si riunivano i contadini e parlavano di tutto. Ebbene, alla ricerca d’acqua i fornaciai approdarono proprio alla cascina dove, Cesare Cesana, padre di Antonio, offriva loro l’acqua e un bicchiere di vino. Da qui una storia di lavoro, gentilezza, accoglienza e amore familiare. «Nonno è stato davvero un esempio: noto per la sua cassoeula, nella vita ha fatto anche il falegname, il contadino e ha lavorato nelle ferrovie – racconta il nipote – Ci ha sempre insegnato l’amore per la famiglia, l’impegno e la dedizione». Adesso tocca alla terza e quarta generazione portare avanti la tradizione dei Cesana.

(Simone Rotunno)

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