Tangenziale, il pedaggio resta
Ma Roma vuole verificare le tariffe

Il ministro Graziano Delrio chiede uno studio sui costi per gli utenti

Como

Il pedaggio sulla tangenziale di Como, lunga meno di 3 chilometri, rimane. Nessuna decisione clamorosa è arrivata ieri da Roma, dove si è tenuto un incontro al ministero delle Infrastrutture a cui ha partecipato (ma solo per pochi minuti) il ministro Graziano Delrio, i dirigenti della sua segreteria e ancora il presidente di Pedemontana Massimo Sarmi, i vertici di Società Autostrade e il presidente di Cal Paolo Besozzi, i due deputati del Pd Chiara Braga e Mauro Guerra e ancora il sindaco Mario Lucini, il presidente della Provincia Maria Rita Livio, il sottosegretario regionale Alessandro Fermi e il sindaco di Albese, referente del Comitato “No pedaggio” Alberto Gaffuri.

In estrema sintesi Cal e Pedemontana dovranno fornire due simulazioni dell’impatto sui flussi di traffico e sul piano economico finanziario: da un lato su un’ipotesi di progressiva scontistica per gli utilizzatori abituali e dall’altro sulla proposta avanzata dal territorio (in primis da Lucini) di prevedere il riallineamento dei pedaggi (a 2,20 euro anche tra tangenziale e A9) per consentire la gratuità dell’uso della tangenziale nel tratto da Albate a Villa Guardia.

Ieri è emerso ufficialmente che i passaggi sulla tangenziale si sono dimezzati rispetto all’estate (quando era gratuita): da una media di 14mila auto al giorno si è scesi alle attuali 7.800. Numero molto lontano dai 30mila passaggi previsti da Pedemontana per far quadrare i conti.

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