Un'annata boom
per l'olio del Lario

«La produzione, riferita ai territori delle province di Como e Lecco – dice il presidente della Coldiretti Alberto Pagani – raggiunge livelli d’eccellenza e quest’anno è destinata a attestarsi attorno ai 200/220 quintali. L’elemento confortante è dato dalla resa che grazie alla qualità delle olive raggiunge un 20 per cento in più rispetto agli anni scorsi. La maggiore quantità viene raccolta in Tremezzina»

LENNO Tra tante brutte notizie ce n’è una buona. E’ un anno fortunato per la produzione dell’olio dei Longobardi di qualità superiore prodotto nel territorio lariano con riconoscimento Dop (Denominazione d’origine protetta) nell’ambito del consorzio produttori laghi lombardi con la sotto-denominazione «Lario». Il riferimento ai Longobardi è collegato al fatto che la corte di Pavia soleva approvvigionarsi soltanto sul Lago di Como riconoscendo al prodotto una valenza superiore e addirittura proprietà medicinali. La conferma di una buona stagione, dopo la penuria di olive di due anni fa causata dalla micidiale mosca olearia e le incertezze dell’anno scorso in fatto di resa, viene dal presidente della Coldiretti di Como-Lecco, Alberto Pagani. «La produzione di olio, riferita ai territori delle due province – dice Pagani – raggiunge livelli d’eccellenza e quest’anno è destinata a attestarsi attorno ai 200/220 quintali. L’elemento confortante è dato dalla resa che grazie alla qualità delle olive raggiunge un 20 per cento in più rispetto agli anni scorsi. La maggiore quantità viene raccolta in Tremezzina, ma sensibile è l’apporto di altre zone quali la fascia dell’Alto Lago, il triangolo Bellagio-Lezzeno-Oliveto Lario e la sponda orientale da Lierna a Varenna su fin oltre Dervio».

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