"Voglio un avviso di garanzia"
Smog, Bruni sfida la Procura

Como non è ai livelli di Milano, ma non ha copmunque rispettato i limiti imposti dalla Unione Europea per quanto riguarda le concentrazioni di inquinanti. Ecco perché il sindaco dice di volere anche lui un avviso come quello ricevuto dal primo cittadino di Milano, Letizia Moratti, e dal suo amico e referente politico Roberto Formigoni, alla guida della Regione Lombardia

COMO - Il sindaco Stefano Bruni dice di volere anche lui un avviso di garanzia. Uno come quello ricevuto dal primo cittadino di Milano, Letizia Moratti, dal suo amico e referente politico Roberto Formigoni, alla guida della Regione Lombardia, e dal presidente dell’amministrazione provinciale meneghina, Guido Podestà. “Attendo anche io un avviso di garanzia, non voglio essere da meno”. Ovviamente il tono usato da Bruni è ironico, teso a sdrammatizzare o, comunque, a sminuire la portata dell’inchiesta in cui si sono trovati coinvolti Formigoni, la Moratti e Podestà. Inchiesta partita dalla Procura di Milano, volta ad approfondire le loro responsabilità in materia di ambiente e inquinamento.

Como non è certo ai livelli di Milano, ma non si può dire che abbia rispettato tutti i limiti imposti dalla Unione Europea per quanto riguarda le concentrazioni di inquinanti. Ogni città dei 27 Stati membri della Ue non dovrebbero superare per più di 35 giorni nell’arco di un anno solare la soglia di 50 microgrammi per metro cubo d’aria di polveri sottili (il cosiddetto Pm10). Questa soglia il capoluogo lariano l’ha oltrepassata abbondantemente, sia l’anno scorso sia quest’anno. Dal 2008 al 2009 non è stato registrato un sensibile miglioramento della qualità dell’aria di Como. Vediamo i dati. La centralina di Arpa Lombardia (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente), posizionata in viale Cattaneo, ha rilevato da 1° gennaio al 30 novembre 2009 ben 54 superamenti del tetto massimo di Pm10, fissato, come detto, a 50 mcg. Il record è stato toccato il 21 febbraio scorso, quando la centralina Arpa ha registrato una concentrazione pari a 105 mcg, vale a dire oltre il doppio del consentito. Nel 2008 i superamenti sono stati 64 durante, però, tutto l’arco dell’anno. Se si tiene conto che c’è ancora tutto dicembre, è facile ipotizzare che anche il 2009 si chiuderà con un bilancio simile all’anno precedente.

Lo stesso assessore all’Ambiente del Comune di Como, il leghista Diego Peverelli, ritiene che contro l’inquinamento si debba fare ancora molto: “Non possiamo parlare di un miglioramento della qualità dell’aria. Forse rispetto agli anni passati i superamenti della soglia dei 50 mcg sono diminuiti, ma di poco. Tra l’altro le concentrazioni degli inquinanti dipendono molto dalle condizioni meteo. Più piove, meno polveri sottili ci sono nell’aria”. Anche Peverelli è critico contro gli avvisi di garanzia: “E adesso cosa faranno? Indagheranno anche Bruni e  Peverelli?”. L’assessore ricorda quanto si sta facendo in città per combattere il Pm10: “Abbiamo intensificato i controlli sui riscaldamenti domestici e stiamo vagliando proposte che ci giungono da alcune ditte specializzate che ci propongono sistemi per abbattere l’inquinamento”. Tra queste proposte ci sarebbe addirittura un impianto che emette acqua nebulizzata da collocare sui palazzi più alti della città. L’acqua nebulizzata si legherebbe alle polveri sottili facendole cadere a terra. “Ma sono tutte proposte – precisa Peverelli – che devono essere valutate. Una cosa è sicura: almeno a livello sperimentale il Comune non pagherebbe un euro”.

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