Dopo l'assalto razzista
restano i debiti da pagare

Lurate: a quasi un anno dall’attentato che distrusse l'esercizio prima ancora che fosse aperto, restano solo debiti e una grande amarezza. Un progetto di un’attività autonoma spezzato probabilmente per sempre, su cui avevano puntato e investito Bageecha Singh – 26 anni - e la moglie Jatinder Kaur

LURATE CACCIVIO A quasi un anno dall’attentato che distrusse la lavanderia a gettone di via Garibaldi, prima ancora che fosse aperta, restano solo debiti e una grande amarezza. Un progetto di un’attività autonoma spezzato probabilmente per sempre, su cui avevano puntato e investito Bageecha Singh – 26 anni - e la moglie Jatinder Kaur. La prima a credere in questa idea era stata proprio la giovane moglie - casalinga di 22 anni, mamma di una bimba – che, navigando su Internet, si era imbattuta nell’offerta di macchine per lavanderia per una spesa di 30mila euro. Fatti due conti, avevano deciso di provarci: avevano dato un anticipo di 14mila euro, che avrebbero pagato man mano con i ricavi dell’attività del “Washing Point” di via Garibaldi. Non immaginavano che il loro sogno potesse finire ancora prima di decollare a causa di un attentato incendiario, di sospetta matrice xenofoba, che qualche minuto prima delle 21 del 15 gennaio scorso mandò in fumo le tre lavatrici e le due asciugatrici della tintoria a gettone che di lì a poco sarebbe stata aperta. Negozio che era già stato danneggiato il primo gennaio da un pesante raid vandalico, durante il quale furono imbrattati i muri con scritte in rosso dal contenuto inequivocabile «Non vi vogliamo. Stranieri via». Per aprire la lavanderia, i coniugi di origini indiane avevano fatto un finanziamento di diecimila euro e spese per trentamila euro, che dovranno comunque liquidare nonostante sia andato tutto perduto.

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