Dall'arrotino al barbiere:
mestieri che scompaiono

Moltrasio: l’artigianato di servizio nei paesi del lago continua a subire contraccolpi per effetto delle mode e a causa dell’assenza di un avvicendamento tra una generazione e l’altra. Le attività rimaste si possono contare sulle dita di una mano

MOLTRASIO L’artigianato di servizio nei paesi del lago continua a subire contraccolpi per effetto delle mode e a causa dell’assenza di un avvicendamento tra una generazione e l’altra. È toccata agli arrotini, i mitici «mulita», agli stagnini «magnàn», ai sarti, ai calzolai gli ormai dimenticati «bagatt», ai maestri d’ascia di tradizione «sepultùn». Di questi ultimi esiste soltanto una sparuta presenza nei più storici cantieri. Ora si sta assistendo alla progressiva  scomparsa dei parrucchieri da uomo. Da Maslianico, Cernobbio, Moltrasio fino a Argegno le attività rimaste si possono contare sulle dita di una mano e la cessazione del negozio di Salvatore Lo Monaco a Moltrasio costituisce un caso emblematico delle nuove tendenze.
Figaro sulla via del tramonto? Sembra proprio di sì. Secondo Roberto Bonardi, segretario del settore benessere di Confartigianato, le imprese di acconciatura, 965 nell’intero territorio provinciale, non fanno più distinzione tra uomo e donna. Anzi le cessazioni, ben 53 nell’ultimo anno, riguardano per la grandissima parte i vecchi parrucchieri. «Al giorno d’oggi – dice Roberto Bonardi – nell’atelier dell’acconciatore si è affermato il computer, viene posta la massima attenzione alle tinte e al tipo di capello, il parrucchiere è diventato un consulente d’immagine in grado di prospettare con simulazione a video come impostare e eseguire il taglio modulato. È insomma finita l’epoca in cui il cliente si accomodava sulla poltrona del barbiere senza dire niente in quanto l’artigiano sapeva quale tipo di taglio eseguire».

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