Omicidio: forse un folle movente
temeva che il figlio non fosse suo

Bellagio: l'assassino della convivente avrebbe riferito agli inquirenti che era al corrente che lei fosse incinta e che ne fosse comunque contento. Una tesi che però non sembra convincere gli investigatori

BELLAGIO Martedi pomeriggio verrà conferito l'incarico all'anatomo patologo dell'ospedale Sant'Anna e, in serata, verrà eseguita l'autopsia sul corpo di Anna Maria Chesi, la donna di 48 anni che sabato è stata strangolata con il cavo dell'antenna tv dal suo convivente, Giuseppe Voci, 56 anni. L'uomo, che si trova al carcere Bassone con l'accusa di omicidio volontario, verrà invece sentito mercoledì mattina dal gip per l'interrogatorio di convalida.  L'esame autoptico sulla vittima servirà a svelare uno degli interrogativi ancora aperti di questo omicidio: l'autopsia accerterà se Anna Maria fosse veramente incinta, come il test di gravidanza positivo trovato nel bagno dal suo convivente lascerebbe supporre. Su questo punto si incentrano anche le attenzioni degli inquirenti per accertare un movente chiaro che ha portato al raptus omicida di sabato sera. L'assassino avrebbe riferito agli inquirenti che era al corrente che Anna aspettasse un figlio e che ne fosse comunque contento. Una tesi che però non sembra convincere gli investigatori: fra le ipotesi al vaglio dei carabinieri della compagnia di Como, coordinati dal pm Simone Pizzotti, c'è quella che l'uomo, venuto a conoscenza sabato del fatto che la sua convivente fosse incinta, sospettasse che il figlio non fosse suo. Da qui il rancore che avrebbe armato la mano dell'uomo.

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