Resistenza "guerra nella guerra"?
Sul 25 aprile scoppia la polemica

Il messaggio firmato da sei sindaci contestato dalla minoranza di Cernobbio e dall'Anpi provinciale. Il programma delle celebrazioni a Como

CERNOBBIO - Festa della Liberazione con polemiche sia a Cernobbio che a Maslianico e nei paesi del Basso Lario a causa del contenuto del messaggio firmato dai sei sindaci e contestato dai cinque consiglieri di minoranza a Cernobbio ( Felice Bianchi, Irene Fossati, Eleonora Galli, Anna Secchi, Domenico Zumbé) oltre che dall'Anpi provinciale.
Oggi, secondo una consolidata tradizione, i sindaci da Maslianico a Brienno dopo la deposizione di una corona ai monumenti ai Caduti, si raduneranno in vetta al Bisbino dove alle 11 sarà celebrata una messa. Parteciperanno rappresentanze della parrocchia di Monte Olimpino in pellegrinaggio di riconoscenza per l'intercessione chiesta alla Madonna per il ritorno dei reduci della Seconda guerra mondiale. A mezzogiorno seguiranno la benedizione del tricolore e la deposizione di una corona alla lapide che ricorda il sacrificio di giovani partigiani e militari della guardia di finanza nella lotta di liberazione. Cerimonia che sarà ripetuta al Bugone, dove hanno trovato la morte altre vittime del nazifascismo.
Nel testo del manifesto dei sindaci si «ricorda il 25 Aprile come un giorno di gioia vera per la fine del conflitto bellico, ma anche della Resistenza considerata dagli italiani di allora una guerra nella guerra, il conflitto di tutti contro tutti che ebbe come risultato decine di migliaia di militari italiani morti in combattimento contro i nazisti oltre a quelli che perdettero la vita nei lager».
Ai cinque consiglieri le parole «guerra nella guerra, conflitto di tutti contro tutti»» non sono piaciute e in una lettera aperta inviata al sindaco di Cernobbio e agli altri primi cittadini, osservano che «con un colpo di spugna vengono cancellati i motivi ideali che sostennero e guidarono quanti, a rischio della propria stessa vita, si sono opposti al regime di oppressione, sopraffazione e annientamento. Scompaiono con queste parole vent'anni di dittatura fascista e due anni di vessazione nazifascista, scompaiono gli ideali che guidarono dapprima l'opposizione clandestina al fascismo e quindi la lotta di liberazione».
Ancora più dura la presa di posizione del comitato provinciale Anpi a firma di Guglielmo Invernizzi, Luciano Forni, Renzo Pigni. «Mettere insieme indistintamente tutto e tutti senza individuare le specifiche responsabilità – scrive l'Anpi – non solo è un grossolano errore storico, ma è indice di non cultura che mette sullo stesso piano carnefici e vittime, appellandosi a una generica volontà di pacificazione. Come del resto generico e fuorviante è il cenno a intimidazioni, violenze e eccidi seguiti al 25 aprile 1945, una data che vuole essere festa della Liberazione e non commemorazione. Come più volte sottolineato dal Capo dello Stato».
Questo il programma delle celebrazioni a Como: alle ore 9,30 al cimitero  monumentale messa a suffragio e deposizione corone, alle ore 10 al Sacrario Militare deposizione corone, alle 11 al Monumento alla Resistenza Europea. Oratori ufficiali: Ezia Molinari, vicesindaco, Massimo Rebotti in Rappresentanza dell'Anpi. Omaggio e deposizione corone. Sarà presente la Filarmonica cittadina “Alessandro Volta”.
Marco Luppi

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