Agguato a colpi di pistola
Il ferito è fuori pericolo

Merone: se la caverà Luigi Di Pinto, assalito in auto a pochi metri da casa. . Le ricostruzioni balistiche dei carabinieri danno conto di un mezzo miracolo: intanto perché nessuno dei colpi ha leso organi vitali, e poi perché la percentuale di quelli andati a vuoto è altissima

MERONE È fuori pericolo Luigi Di Pinto, il 41enne di Merone preso a pistolettate a pochi metri da casa, l'altra mattina in via don Moranzoni, tra la nuova Valassina e la cementeria di Merone. Di Pinto è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico all'ospedale di Lecco: gli hanno estratto quattro proiettili di pistola calibro 9, tutti conficcati nel busto. Le ricostruzioni balistiche dei carabinieri danno conto di un mezzo miracolo: intanto perché nessuno dei colpi ha leso organi vitali, e poi perché la percentuale di quelli andati a vuoto è altissima. Gli hanno rovesciato addosso un intero caricatore di piombo incandescente ma i proiettili sono andati a conficcarsi soprattutto nella carrozzeria, nel cofano o addirittura oltre il guardrail, dopo avere trapassato parabrezza e lunotto della martoriatissima Nissan Micra su cui la vittima viaggiava. Di Pinto resta per il momento ancora ricoverato nel reparto di Rianimazione, in prognosi riservata, ma all'ospedale di Lecco c'è un certo ottimismo esteso, oltre che sulle chance di recupero, anche ai tempi.
Un certo pessimismo filtra, invece, a margine dell'inchiesta avviata per identificare sicari ed eventuali mandanti. L'album dei potenziali nemici è fitto di nomi, gente che con Di Pinto, negli anni più bui della sua vita recente, hanno condiviso avventure e disavventure giudiziarie. Si pesca soprattutto nel bacino dei suoi trascorsi, negli anni in cui, prima di mettere la testa a posto e di affiancare il suocero come operaio nei cantieri della ditta di famiglia, veniva arrestato per spaccio di cocaina tra le province di Como e di Lecco. L'indizio più macroscopico è in fondo nella dinamica dell'agguato, teso con modalità che richiamano altri luoghi e altri accenti. L'imboscata in macchina, le pistolettate quasi a bruciapelo, la fuga a rotta di collo verso Rogeno e le fiamme appiccate alla macchina per far sparire impronte, tracce, indizi.

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