La piena del Breggia
ridiscute il porto marina

«Abbiamo avuto una dimostrazione di quanto imprevedibile possa essere la massa d'acqua trasportata dal torrente», dichiara il consigliere comunale di Cernobbio Felice Bianchi che ha girato a lungo per il territorio con il proposito di documentare le più palesi criticità

CERNOBBIO - Dal Breggia in piena sono pervenuti in questi giorni severi moniti non solo per l'asportazione di buona parte degli orti abusivamente realizzati su entrambe le sponde con ingenti quantitativi di materiali finiti a ingrossare la massa galleggiante di fronte a piazza Cavour e all'hangar, ma anche per il progetto del porto marina di Villa Erba.
«Abbiamo avuto una dimostrazione di quanto imprevedibile possa essere la massa d'acqua trasportata dal torrente», dichiara il consigliere comunale Felice Bianchi che ha girato a lungo per il territorio con il proposito di documentare le più palesi criticità, e senza fare polemica vorrei invitare sindaco, assessori e consiglieri a valutare bene la tutt'altro che rassicurante situazione. Il compianto ingegnere Gianluigi Galli ai tempi del consolidamento del Ponte Nuovo aveva presentato uno studio dettagliato sulle caratteristiche del Breggia, uno tra i corsi d'acqua con più esteso bacino imbrifero di tutto il territorio lariano. Galli aveva rilevato che ogni cento anni potrebbe verificarsi una piena imprevedibile tale da spazzare il letto del torrente dove sono cresciuti alberi e sono stati realizzati orti con tanto di baracche e strutture d'ogni genere. Un degrado e un abusivismo che potrebbe comportare la creazione di una sorta di tappo con esondazioni, peraltro già avvenute in corrispondenza del quartiere di San Giuseppe. Per questo l'ingegnere aveva alzato e consolidato ulteriormente le strutture del ponte. Quale semplice cittadino pongo una semplice domanda in merito alle garanzie di sicurezza di un porto marina localizzato in corrispondenza della foce».

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