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Lunedì 24 Maggio 2010
Investì e uccise un ciclista
Assolto: la vittima vestiva scuro
La morte di Li Xuequin, cittadino cinese di 55 anni travolto la sera dell'8 febbraio 2009 mentre percorreva in bicicletta il rettilineo del Ponte del Passo, non è attribuibile alla responsabilità dell'automobilista
«Se non l'avesse investito lui, sarebbe capitato sicuramente a me, perché con quel buio era impossibile notare una bicicletta sprovvista delle minima luce». La dichiarazione resa nella passata udienza da Angelo Rossetti, automobilista che l'imputato aveva appena sorpassato, è stata più volte evocata in aula anche durante la discussione.
La vittima era vestita di scuro e, in base ai rilievi effettuati dai carabinieri, pedalava al centro della carreggiata, probabilmente a causa delle buche che in quel tratto c'erano al bordo.
«Non è escluso che sia immesso sulla statale da una delle stradine di campagna laterali, peraltro non segnalate - ha ipotizzato il difensore, Francesco Consoloni - . Comunque sia, non si possono attribuire colpe specifiche all'imputato, che non viaggiava ad alta velocità e non ha compiuto alcuna manovra errata».
Il referto dell'autopsia attribuisce il decesso ad arresto delle funzioni cerebrali, ma come ha chiarito l'anatomopatologo Giovanni Scola, anche un caschetto non avrebbe scongiurato la morte: «La lesione che ha causato il decesso ha interessato il midollo all'altezza del collo, ma sulla salma ho riscontrato altre lesioni, in particolare all'aorta e al fegato, che si sarebbero rivelate comunque mortali».
Li Xuequin, che risiedeva a Vercana e lavorava come muratore per una ditta locale, si era recato, come faceva spesso di domenica, a Milano a trascorrere la giornata in compagnia di amici connazionali. Raggiungeva la stazione di Colico in bicicletta, ma quella sera c'era un buio pesto e il rettilineo del Ponte del Passo, solitamente trafficato, era deserto e ancora più buio.
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