Il demanio: è nostra la villa
che Berlusconi voleva comprare

Cernobbio: l'elenco dei beni alienabili comprende diverse ex caserme della guardia di finanza disseminate lungo i crinali lariani, ma tra tutti l'immobile più prezioso e anche più rappresentativo è la dimora su cui aveva messo gli occhi il premier. L'imprenditore Fasana: è mia

CERNOBBIO L'Agenzia del demanio proprietaria della villa Belinzaghi, la prestigiosa dimora che un paio di anni fa era piaciuta a Silvio Berlusconi al punto da versare una cospicua caparra sui 12 milioni di euro chiesti in prima battuta dall'industriale Giorgio Fasana? Stando all'elenco dei beni immobili e dei terreni che lo Stato si appresterebbe a alienare nell'ambito del piano di attuazione del federalismo demaniale la risposta sarebbe affermativa, ma Fasana rivendica la proprietà della villa e di buona parte del parco che si estende, a confine con Villa d'Este, tra la provinciale Vecchia Regina e il lago. Una riva caratterizzata da suggestivi richiami paesaggistici, quelli che avevano indotto il Cavaliere, allora in buona armonia con la consorte, a dare corso ai preliminari d'acquisto pare per farne dono a Veronica che porta un cognome d'arte, Lario, identico a quello del nostro lago.
L'elenco dei beni alienabili comunicato ieri dal senatore Alessio Butti comprende diverse ex caserme della guardia di finanza disseminate lungo i crinali lariani, ma tra tutti l'immobile più prezioso e anche più rappresentativo è villa Belinzaghi. Dal momento che sui beni alienabili gli enti locali hanno diritto di prelazione, il comune di Cernobbio potrebbe farsi avanti con delle proposte tanto più che due anni fa con una lettera all'Agenzia del demanio il sindaco Simona Saladini, sfumato il passaggio a Berlusconi, aveva inviato a Roma una nota per manifestare interesse all'acquisizione del bene. «L'interessamento c'è ancora – dichiara Simona Saladini – ma si tratta di verificare se la villa veramente rientra tra i beni disponibili». Giorgio Fasana rivendica la proprietà della Belinzaghi e richiama i contenuti della documentazione che risale all'epoca degli Asburgo quando il conte aveva stabilito accordi con gli austriaci prima di dare corso all'edificazione della villa. «Al Tribunale di Milano c'è una causa in corso con il demanio - dice Fasana - e ci sono state quattro udienze, la prossima è fissata per l'11 novembre. Potrebbe essere trovato un accordo in quella sede per la pacifica definizione. Diversamente ci sono gli altri livelli di giudizio. Il demanio rivendica una quota di proprietà, ma sono in possesso delle carte utili a dimostrare il contrario. Non capisco a quale titolo villa Belinzaghi sia finita in quell'elenco».

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