Antenna tra le case
Il comune si arrende

Cernobbio: la gente di Piazza Santo Stefano non è disposta a accettare il nuovo impanto ma dopo che il Tar ha annullato le sospensive dell'amministrazione sembra difficile fermare l'installazione

CERNOBBIO Le società dei telefonini, secondo le leggi e i regolamenti, hanno ampie possibilità operative, ma la gente di Piazza Santo Stefano non è disposta a accettare la nuova antenna della telefonia mobile di via Isonzo alta 12 metri con un basamento di metri 8,40 per 5,50. Teme per le conseguenze delle onde elettromagnetiche in una zona residenziale che era stata scelta un po' di anni fa per una serie di insediamenti appartenenti all'edilizia economica popolare con centro civico, ambulatorio medico, aree per gli svaghi dei bambini. Le Wind ha avuto partita vinta sulle riserve frapposte dalla responsabile dell'ufficio tecnico comunale che ha tenuto duro per quasi due anni. Ma a favore della società dei telefonini sono intervenuti in un primo tempo l'Arpa, l'agenzia regionale deputata alla salvaguardia dell'ambiente e da poco il Tar che ha annullato le sospensive dell'amministrazione comunale. A Piazza Santo Stefano, dove una decina d'anni fa era stata ingaggiata una battaglia contro l'antenna dell'ex Metaltex, si ricordano le conferenze pubbliche indette con partecipazione di illustri ricercatori di un istituto di Bologna sulle conseguenze non ancora del tutto conosciute delle onde sulla salute delle persone.
«Abbiamo tentato tutte le strade per ostacolare la realizzazione - dice l'assessore all'ambiente Andrea Bianchi - e fino all'ultimo abbiamo sperato nella sensibilità dei soggetti, compreso il proprietario del terreno, ma non ce l'abbiamo fatta. Purtroppo, nonostante l'impegno dell'amministrazione, sono state fatte scelte economiche a scapito dell'interesse collettivo. L'ulteriore ricorso avrebbe comportato una spesa non indifferente e da avvocato sono del parere che non l'avremmo spuntata».

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