Identificato il cadavere
ritrovato nel lago

Cernobbio: la descrizione fisica e diversi elementi ricondurrebbero a un cittadino sudamericano di 30 anni, la cui scomparsa da Milano risale a fine marzo. Pochi dubbi secondo gli inquirenti anche sul fatto che si sia trattato di un gesto volontario

CERNOBBIO  Manca solo il riconoscimento ufficiale da parte di un parente o derivante dall'analisi del Dna ma le indagini da parte dei carabinieri della compagnia di Como avrebbero portato all'identificazione dell'uomo ritrovato cadavere nel lago a Cernobbio.
La descrizione fisica e diversi elementi ricondurrebbero a un cittadino sudamericano di 30 anni, la cui scomparsa da Milano risale a fine marzo. Pochi dubbi secondo gli inquirenti anche sul fatto che si sia trattato di un gesto volontario: l'esito dell'esame autoptico non è ancora noto ma l'esame esterno del cadavere, che non presentava alcun segno di violenza, e altri particolari, non lascerebbero spazio ad altre interpretazioni. Il cadavere dell'uomo, ritrovato da un sub a una profondità di 21 metri, aveva indosso solo un paio di pantaloni, jeans. Circa un mese e mezzo fa lo stesso sub che si è imbattuto nel cadavere, sul pontile una mattina aveva ritrovato un paio di scarpe e una giacca: quasi certamente gli indumenti che l'uomo si era tolto prima di lanciarsi nel lago. Per un'identificazione ufficiale, se qualche parente o amico non sarà in grado di riconoscerlo all'obitorio dell'ospedale Sant'Anna, giungerà dall'esame del Dna. Tornando al ritrovamento, Riccardo Luppi, il sub, ci aveva raccontato: «Sembrava un manichino bianco, era in piedi ricoperto dalle alghe, è stata una sensazione terribile quando ho capito che si trattava di un cadavere. Mi ero immerso alle 10,30, per andare a legare alcune cime delle barche che noleggio al molo. Stavo scendendo tranquillamente quando, a distanza, ho visto quella sagoma umana e inizialmente ho pensato si trattasse di un altro sub, solo quando mi sono avvicinato ho realizzato ed è stato angosciante».

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