Asili nido, profondo rosso
Occhio ai rincari delle rette

L'assessore promette: "Le tariffe non saranno ritoccate", ma la situazione è sempre più complicata. All'appello mancano quasi quattro milioni di euro, il Comune chiede alla finanza di dare la caccia a chi dichiara poco per pagare di meno

COMO - Asili nido comunali sotto la lente. Sacrifici, chiede infatti la manovra d'aggiustamento dei conti pubblici appena approvata dal Governo ed impone ai Comuni di tagliare il 3% delle spese. L'orientamento, spiegato dagli esperti: i servizi a domanda individuale dovranno essere coperti al 100% dei costi e chissà che le famiglie già si chiedano a che punto arriveranno le rette degli asili nido. È il servizio-fiore all'occhiello dell'amministrazione comunale, ma è il più costoso: 5.826.502 euro all'anno e le entrate coprono il 22,5%. Sono infatti pari, tra rette e contributi regionali, ad un milione, 311 mila, 858 euro e il dato spicca nella relazione al bilancio. La sera in cui fu presentato, a nessuno, né consigliere, né spettatore, sfuggirono le cifre rosse sugli asili nido, al limite del clamore. Sono dieci gli asili nido a Como, frequentati da 459 bambini in media, su un totale di 470 iscritti. Vale a dire che un bambino dagli zero ai tre anni costa più di 12.600 euro all'anno, di cui almeno 10.000 alle casse pubbliche. «Costa? È un termine che proprio non mi piace - contesta subito l'assessore Anna Veronelli - io preferisco parlare di servizio alle famiglie e anche di investimento educativo. Per quanto ci riguarda, gli interventi di razionalizzazione degli anni scorsi, come la riduzione alla metà delle dieci direttrici e la differenziazione degli orari delle strutture, hanno contenuto i costi senza intaccare l'offerta». Ma qualche interrogativo l'amministrazione se lo sarà pur posto. «L'anno scorso, all'unanimità, il consiglio comunale ha approvato le nuove tariffe. Ha ridotto le massime, ha portato la minima a 70 euro all'anno; per il resto - spiega l'assessore - le tariffe sono personalizzate in base all'Isee e alla scelta del modulo orario. Ribadisco che si tratta di un servizio alla famiglia, sotto il segno della responsabilità». Se questa è la premessa, le conseguenze? «Per il momento - assicura Anna Veronelli - le tariffe non sono in discussione. Se la manovra ci imporrà la revisione, valuteremo». C'è però un dato che potrebbe lasciare uno spazio: è quel 2,3% di mancati pagamenti sulle rette emesse. L'incasso non cambierebbe molto nel bilancio complessivo, ma l'equità comincia dal poco. E infatti, il Comune ha sottoscritto una convenzione con la Guardia di finanza proprio per agire sul settore delle entrate: i servizi richiesti vanno pagati secondo le proprie capacità, con autodichiarazioni Isee rispondenti al vero. «Non ci cambierebbe molto - ribadisce, infatti, l'assessore - e in questo momento, restiamo concentrati sulla qualità. Ai bambini, non deve mancare nulla, benché siamo attenti ai problemi di bilancio».
E le famiglie dicono che gli asili nido di Como funzionano: il voto assegnato è di 8,4 su 10. Un questionario complesso, ma alla fine il voto è ottimo. Nel 2.008 è stato aperto un nuovo nido, Coccinella, a Monte Olimpino e nel 2009 è stato ristrutturato l'asilo nido di Camerlata. Servizio pubblico competitivo: una recente indagine della Camera di Commercio di Monza e Brianza segnala che gli asili nido privati nel comasco sono in flessione del 3,6% in un anno, contrariamente alle altre province lombarde. La gestione è troppo costosa.
Maria Castelli

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