Canzo: api all'assalto
in sei al pronto soccorso

Un paese sotto assedio. Circa diecimila insettii, hanno invaso ieri la zona sotto la località Gajum fino al limitare dell'area del cimitero. Graveun apicoltore con una cinquantina di punture sul corpo. Una buona fetta di paese è rimastabarricata in casa, mentre fuori operavano i vigili del fuoco

CANZO Un paese sotto assedio. Circa diecimila api, ma la conta come logico risulta molto difficile, hanno invaso martedì la zona sotto la località Gajum fino al limitare dell'area del cimitero. Sei persone sono finite al pronto soccorso di Erba, il più grave l'apicoltore con una cinquantina di punture sul corpo. Una buona fetta di paese è rimasta per tutta la giornata di ieri barricata in casa, mentre fuori operavano i vigili del fuoco impegnati a disperdere gli insetti. Le strade dell'area risultavano chiuse all'accesso, anche se non era certo la viabilità veicolare il principale problema.
Causa di tutto, il riversamento - durante il trasporto - di quattro arnie con all'interno circa cinquantamila api.   Alle sette del mattina l'incidente, sempre in località Gajum, che ha costretto mezzo paese nella propria abitazione: «Si è trattata di una sfortunata casualità, mischiata ad un certo impaccio dell'apicoltore – spiega il sindaco di Canzo Fabrizio Turba, quasi subito sul posto -. L'azienda di Montevecchia normalmente porta gli insetti al Terz'Alpe per avere un miele più di pregio, anche quest'anno ha chiesto i permessi in comune che gli sono stati dati».  Tutto in regola insomma, nella fase di trasporto però qualcosa non ha funzionato proprio in paese: «Al Terz'alpe l'apicoltore non ci poteva arrivare con il furgone pieno d'arnie, quindi nella parte alta del paese ha spostato le api sul carro agricolo di un trattore per la salita fino alla località montana».
Lo spostamento non risulta essere fortunato: «Semplicemente il carro agricolo non era fissato al trattore, così facendo le quattro arnie con il loro peso lo hanno fatto ribaltare. Gli insetti hanno iniziato subito a disperdersi, errore nella sfortunata casualità, l'apicoltore spaventato ha cercato di raggruppare quanto possibile e ricaricarlo sul furgone per portare tutto a Montevecchia. Se non si fosse comportato così, forse la situazione sarebbe risultata meno grave, le api attirate dalla regina sarebbero tornate nelle loro arnie con il passare del tempo. Invece in questo modo le api non hanno più avuto il punto di riferimento della regina e si sono chiaramente incattivite, disperdendosi poi. Le arnie fortunatamente si sono svuotate solo parzialmente, si parla di un numero difficile da quantificare di api, attorno alle 10 – 12 mila, all'interno vi erano circa 50 mila insetti».

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