Badanti, iter completato
Quasi 2500 regolarizzazioni

Con un anno d'anticipo, è terminata in questi giorni un'operazione burocratica e sociale con ben pochi precedenti: l'emersione delle badanti e delle colf

COMO - Con un anno d'anticipo, è terminata in questi giorni un'operazione burocratica e sociale con ben pochi precedenti: l'emersione delle badanti e delle colf. A fine estate 2009, le previsioni erano catastrofiche: non sarebbero bastati tutto il 2010 e forse neppure il 2011 per regolarizzare 3213 lavoratrici extracomunitarie clandestine o irregolari, tutte quelle che avevano fatto domanda per uscire dal loro stato di “fantasmi” nelle nostre case. In realtà, le domande effettive sono state 3.383, perché si sono aggiunte richieste di persone provenienti da altre province italiane e trasferite in provincia di Como. Il passo principale per definire la pratica, la convocazione in prefettura, allo sportello unico per l'immigrazione, coordinato dal viceprefetto aggiunto Elly Pisanti e composto da un funzionario della prefettura stessa, uno della direzione provinciale del lavoro e uno dell'Inps che dovevano acquisire il parere della Questura, a sua volta impegnata con gli accertamenti.

Convocazione che significa esame dei documenti, presenti l'interessata e il datore di lavoro che aveva già versato 500 euro all'Inps. Ricevute le domande a settembre, lo sportello era partito a rilento: poco personale, nessuna possibilità di effettuare lavoro straordinario, per i vincoli sulla pubblica amministrazione, tre convocazioni la settimana per quattro ore al giorno, 20 - 30 minuti per ogni colloquio. I calcoli matematici dicevano che per esaminare oltre 3200 posizioni, le attese si sarebbero esaurite nel 2011 inoltrato e intanto, 14 famiglie comasche su mille avrebbero dovuto aspettare a lungo, molto a lungo, prima di avere una risposta. Non necessariamente positiva. Infatti, circa il 10% delle domande sono state respinte, per mancanza di requisiti o per precedenti penali dell'interessata. Ma il ministero ha inviato rinforzi negli uffici di Via Volta: cinque giovani lavoratori interinali che, probabilmente, da fine luglio, non saranno riconfermati, salvo ripensamenti. Ma giorni ed orari sono stati potenziati. Finora, 2.302 posizioni sono andate a buon fine: è in corso la richiesta di permesso di soggiorno, il «kit» di documenti è stato spedito in posta.

Le altre pratiche sono tuttora in lavorazione, ma a questo punto, è solo questione di aspettare la conclusione, con possibilità di controllare i passaggi via Internet. Non è più l'inizio di una procedura, attivata un anno fa con alte dosi di apprensione, anche perché la materia si è mossa tra una serie di restrizioni, quote insufficienti e requisiti rigorosi per poter ottenere la regolarizzazione. E a conti fatti, risulta che in cinque anni, nel comasco, le badanti con regolare permesso di soggiorno sono quasi triplicate: erano 2.399 alla fine del 2005, se n'erano aggiunte 916 con le quote del 2007 e con l'attuale emersione, sono arrivate a oltre 5.600. Ma un migliaio di pratiche sono ancora in lavorazione. A parte qualche centinaio di uomini, si tratta di un «esercito femminile» che rappresenta la nuova immigrazione dalle nostre parti, un'immigrazione silenziosa, nascosta, perché non avrebbe potuto stare in superficie, a rischio espulsione ed anche condanna, per il reato di clandestinità, con conseguenze anche sui datori di lavoro. E fu proprio il timore di sanzioni che impresse velocità alla corsa per far domanda di “emersione”. Fu chiamata così, la grande operazione - badanti. Per non chiamarla sanatoria.
Maria Castelli

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