Maroni gela i comaschi:
"Nascerete a San Fermo"

Sul caso dell'anagrafe per il nuovo ospedale Sant'Anna, il ministro promette verifiche ma anticipa: "Bisognerebbe cambiare la legge. E poi non vedo che differenza faccia"

COMO - «Tra oggi e domani (mercoledì e giovedì, ndr) verificherò la questione dell'anagrafe del nuovo ospedale Sant'Anna». È l'impegno del ministro dell'Interno, Roberto Maroni che martedì mattina ha parlato a lungo con il deputato comasco della Lega e amico Nicola Molteni. Lunedì, il prefetto, Michele Tortora, ha trasmesso al ministero l'accordo fra il sindaco di Como, Stefano Bruni, il sindaco di San Fermo, Pierluigi Mascetti e il sindaco di Montano Lucino, Mariangela Capuccino.  L'accordo individua «nel Comune di Como l'ufficio di Stato Civile competente a trascrivere nei propri registri le nascite e le morti che si verificheranno nella nuova struttura ospedaliera» e chiede al ministro di «disciplinare la questione come concordato fra le tre amministrazioni, occorrendo anche a mezzo di interpretazione autentica del vigente ordinamento dello stato civile». L'interpretazione autentica costituisce legge, secondo il decreto n.1238 del 1939 e per accelerare i tempi, Molteni ieri ha consegnato direttamente al ministro copia dell'accordo. Maroni l'ha letto seduta stante, secondo lo stile di un ministro attento a tutto. «Approfondirò con gli uffici. Ma una deroga sull'anagrafe comporta una modifica legislativa», è la prima reazione di Maroni. «Se un cittadino nasce in un Comune, è iscritto nei registri anagrafici di quel Comune - riflette - Io capisco bene le ragioni, prima di tutto affettive, per nascere a Como piuttosto che a San Fermo, ma il luogo di nascita è un dato poco rilevante. Infatti, per l'esercizio dei diritti, come quello del voto, conta il luogo di residenza. Che cosa cambia nella vita di una persona, nascere a Como o a San Fermo?».

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