Alzate, per il Castello Durini
la speranza è tenerlo aperto

Oltre duecento persone presenti domenica all'apertura dello storico monumento, nella frazione di Fabbrica: l'impressione è quella di aver recuperato un tesoro quasi nascosto, precluso al pubblico. Ora il Comune vorrebbe trovare nuove occasioni per permettere le visite

ALZATE BRIANZA L'allegoria della dea bendata, una delle quattro figure affrescate nel salone da ballo, domenica sembrava suggerire che il tempo giusto, per il Castello Durini, forse è davvero arrivato. «Per fortuna», il commento che girava come un augurio tra gli oltre duecento presenti all'apertura dello storico monumento, nella frazione di Fabbrica. Nessuno, almeno negli ultimi vent'anni, si ricordava il castello in cima al colle disponibile per un evento rivolto a tutti. L'impressione di aver recuperato un tesoro quasi nascosto – eccezion fatta per gli invitati a convention riservate e matrimoni privati – l'hanno avuta in molti. Anche se il futuro pubblico del castello non è ancora del tutto chiaro. La volontà di prossime aperture, da parte dell'amministrazione comunale, è comunque forte. Sembra andarci più cauta la Fondazione, proprietaria del gioiello.
Il castello, per chi c'era al concerto d'arpa l'altroieri pomeriggio, è apparso ben conservato. Almeno nella parte visitabile. Sotto lo sguardo del conte Ercole Durini – ritratto a grandezza quasi naturale in galleria, la veranda con meravigliosa vista a est sulla Brianza – i busti in marmo non hanno ricevuto visite per lungo tempo. Lo scorcio dello scalone – dove un cordone vietava di salire – con soffitti e pareti affrescati, ricordano le ere passate di nobiltà. «Nel castello vi soggiornarono molti ospiti illustri, fra i quali Parini, Rossini, Verga e i reali di casa Savoia – riporta la scheda tecnica della Fondazione – le origini risalgono a prima dell'anno Mille. Il castello si è sviluppato intorno ad una torre di origine tardo romana. Nel 1815, l'architetto Carlo Amati progettò la sala da pranzo, la cappella di famiglia e il parco. Pregevolissima la scalinata barocca. La strada che porta alla villa crea uno scenario unico, fondendosi con lo splendido panorama circostante».
Uno spot che non è passato inosservato agli amministratori pubblici. «Ci piacerebbe poter fare altre manifestazioni – dice all'indomani dell'evento il sindaco Massimo Gherbesi – ho riscontrato entusiasmo anche da parte della proprietà. Nel vedere il castello così vivo, aperto alla comunità. La nostra disponibilità, è di creare un percorso turistico sovracomunale, con la Provincia di Como. Se la Fondazione vorrà partecipare, non potremo che accogliere con favore anche l'inserimento del Castello Durini». Da parte sua, Luciano Bordin, segretario della Fondazione, sembra attendere altre garanzie. «E' un po' prematuro anticipare qualcosa sui progetti futuri – dice Bordin – quello che succederà al castello dipende da quello che succederà intorno. La riqualificazione del borgo circostante serve per evitare i ruderi. Ma non c'è un progetto concreto». Su questo, come affermano in municipio, non ci sono ancora sviluppi. E il sogno dell'apertura al pubblico è soltanto iniziato.

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Eco di Bergamo Il castello Durini