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Mercoledì 29 Settembre 2010
Cantù, caos sul bus per la scuola
C'è chi viene lasciato a piedi
Una vera odissea, per i ragazzi che devono andare al Jean Monnet a Mariano Comense: gli autobus non bastano e ci sono sempre alcuni ragazzi che rimangono a terra, aspettando il mezzo successivo che però passa dopo diversi minuti. E per il ritorno la situazione non è, purtroppo, molto diversa
Il popolo studentesco di chi si sposta in autobus - la stragrande maggioranza, senza un genitore disposto a fare da tassista, o uno scooter per macinare chilometri nel traffico - si ritrova all'alba sotto i pali delle fermate, o al riparo delle poche pensiline di Asf. Non ci sono solo i ragazzi diretti al Fermi o alla Geometri - che qualche giorno fa avevano raccontato al giornale i loro problemi, legati soprattutto al C-85 Cantù-Fino - a viaggiare con il trasporto pubblico. Molti, per esigenze di studio, devono uscire dalla città. Per arrivare in una Mariano così vicina eppure così lontana.
Per gli studenti dello Jean Monnet, la linea più servita, almeno a numero di corse, è il C-80 per Vighizzolo e Cascina Amata, con capolinea a Monza. Ma sono decine anche i ragazzi che devono salire sul C-81. L'unico che, verso Mariano, passa per il centro di Cantù attraverso via Milano, e la frazione di Mirabello. La possibilità migliore, al mattino, è il 7.20 di passaggio in via Ariberto. «Ma l'autobus è quasi sempre pieno - racconta uno studente - solo qualche volta c'è il bus doppio. Ci sono giorni in cui i bus sono sovraccarichi dopo quattro o cinque fermate. Con il traffico, è facile arrivare tardi. Penso che 32 euro al mese, per questo servizio, siano troppi».
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