Gelpi (Aci) rischia
di restare in panne

È l'uomo del giorno, suo malgrado. Il comasco Enrico Gelpi, presidente nazionale dell'Aci, in pole position per una candidatura a sindaco di Como, è finito al centro dell'inchiesta curata dai giornalisti della popolare trasmissione televisiva «Report» andata in onda domenica sera su Rai Tre.

COMO - È l'uomo del giorno, suo malgrado. Il comasco Enrico Gelpi, presidente nazionale dell'Aci, è finito al centro dell'inchiesta curata dai giornalisti della popolare trasmissione televisiva «Report» andata in onda domenica sera su Rai Tre. E così, nel volgere di poche ore, Gelpi rischia di passare dall'essere uno dei più accreditati candidati alla poltrona di futuro sindaco di Como ad agnello sacrificale nella battaglie politiche nazionali, con occupazione di poltrone da parte di parenti e congiunti di ministri e affini.
Il motivo? Le modalità che hanno portato alla formazione del nuovo consiglio direttivo di Milano e le persone che lo compongono, ma anche le consulenze, il bilancio in rosso dello stesso ente e di alcune società controllate, la grave situazione finanziaria dell'Aci di Lecco. Dopo aver visto la puntata, Gelpi ha commentato telefonicamente: «Ci sono rimasto male, sono tutte situazioni che ho ereditato e anche quello che è successo a Milano non dipende da me. Ma io sono il presidente e ci metto la faccia. La salute dell'Aci di Como? Va bene, sia dal punto di vista patrimoniale che di esercizio - assicura - E a Lecco ci sono gli immobili a garantire». A scatenare le polemiche era stato il commissariamento dell'Aci milanese, dopo le improvvise dimissioni di 5 consiglieri su 9. Il ministro Brambilla, vigilante su Aci, nomina commissario Massimiliano Ermolli (figlio di Bruno Ermolli, imprenditore vicinissimo a Berlusconi), che poi si candida ad entrare nel nuovo consiglio. Ma l'unica lista concorrente viene esclusa per vizi formali. Da chi? Da una commissione nominata dallo stesso Ermolli. Quest'ultimo viene poi eletto, insieme al compagno del ministro Brambilla, Eros Maggioni, e al figlio del ministro La Russa, Geronimo. Il nuovo vicepresidente è Simonpaolo Buongiardino, funzionario di Confcommercio (l'associazione paga l'affitto per la sede a un immobiliare controllata proprio dall'Aci). L'inchiesta di «Report» racconta anche di consulenze date da Aci a Sinergetica (società presieduta dal citato Bruno Ermolli), di tessere comprate in blocco poco prima delle elezioni, di voti espressi due volte o per delega, degli appetiti che ruotano intorno all'Aci di Milano perché controlla la Sias, società che gestisce il Gran premio di Monza. Infine, nel mirino finisce il rosso di 20 milioni dell'Aci nazionale previsto per la fine di quest'anno: «Ma c'è una situazione patrimoniale di assoluta tranquillità - replica Gelpi - mi hanno tirato in ballo, ma ogni Aci provinciale ha una gestione autonoma, sono avvilito perché si fanno polemiche strumentali e si dimenticano le cose positive che abbiamo realizzato. Molte situazioni, tra l'altro, le ho ereditate e non ho mai fatto politica, come non l'avevo fatto quando ero presidente a Como. La puntata di Report è stata preceduta da un gran clamore mediatico e ha trattato anche delle ville di Berlusconi, quindi l'avrà vista un sacco di gente e mi dispiace che ne sia uscita un'immagine negativa dell'Aci. La situazione a Como? Tranquillissima, sia dal punto di vista patrimoniale che di esercizio». L'ente possiede, sul Lario, la sede di via Masia e quella di Cantù. Il consuntivo 2009 di Como si è chiuso con un avanzo di 250.711 euro e un volume d'affari di 7,4 milioni (ma 6,4 sono partite di giro legate agli incassi del bollo auto che vengono riversati alla Regione). I tesserati sono 8.300 e in città lavorano 9 dipendenti. Il presidente Riccardo Gelera ha un'indennità di 2.500 euro l'anno, per i consiglieri c'è un gettone di 20 euro lordi a seduta (sono una decina l'anno). Gli altri nomi del consiglio direttivo: il vicepresidente Pietro Paolo Brenna, i consiglieri Nini Binda (ex assessore comunale), Valentino Carboncini (presidente dei costruttori), Alessandro Clovis (ex Convention bureau), Giuseppe Sani (ingegnere) e lo stesso Enrico Gelpi.
Mi. Sa.

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