Brunelli mette in riga la Mantero
"Più qualità per sopravvivere"

COMO - Mantero, fase due. Nella quartiere generale di via Volta a Como l'amministratore delegato Massimo Brunelli, a quattro anni dal suo arrivo alla guida della storica azienda tessile comasca, è al lavoro per rifinire i dettagli della riorganizzazione dell'azienda con l'obiettivo dichiarato di «far compiere il salto di qualità alla Mantero».
Tra le novità più immediate, l'apertura a metà novembre, di un ufficio-"vetrina" a Milano, nella centralissima via Conservatorio dove si trasferiranno persone che fanno capo all'area commerciale, al marketing e allo sviluppo del prodotto. «Mantero deve stare là dove ci sono i suoi clienti. Milano è il luogo dove la moda si sviluppa, dove circolano le persone e le idee che devono essere il valore aggiunto di un'azienda che con la moda lavora. Uscire dalla dimensione locale, anche fisicamente, è un passo fondamentale».
La vera partita tuttavia si gioca, come sempre, sui numeri e qui i concetti che l'ad ripete da sempre come un mantra sono chiarissimi: metodo. disciplina, qualità. «Siamo realisti. I margini di crescita per un'industria matura come quella tessile comasca sono molto limitati. Nei prossimi cinque anni rimarranno sul campo solo due o tre giocatori: quelli che riusciranno a guadagnare perché straordinariamente efficienti. Mantero lavora per questo». A rafforzare le sue convinzioni anche i dati sul secondo trimestre 2010 che segnalano, per il sistema tessile comasco, un incremento del 7,4% degli ordini e del 5,1% fatturato. «Non sono numeri che inducono all'ottimismo - spiega Brunelli - Guardiamo i tassi di crescita dei grandi nomi della moda: +24% il gruppo Lvmh, +29% Prada. Noi meno della metà. Significa che non siamo più strategici, che i vestiti sono una parte limitata di questo business. Se facessimo borse o scarpe non sarei così preoccupato!». Brutale, ma chiaro.
E così , dopo la fase dell'emergenza per rimettere a posto i conti attraverso la riduzione drastica del numero degli addetti (da poco meno di settecento ai 481 attuali) e delle inefficienze più macroscopiche («i debiti sono passati da 42 a 14 milioni. Il 2010 si chiuderà, per il secondo utile consecutivo»), ora un nuovo piano di riduzione dei costi agendo sul processo produttivo. «Ci sono spazi importanti per recuperare efficienza e di conseguenza qualità». Un primo passo in questa direzione è la nomina di Adolfo Pastorelli, ex uomo Benetton, alla direzione organizzazione e qualità con una mission precisa: ottimizzare i processi produttivi e ridurre «decisamente e rapidamente» il costo della non qualità. Per ora non si parla di ulteriori tagli degli addetti, almeno nei settori più direttamente coinvolti nella produzione, quelli che comunque hanno subìto le riduzioni più drastiche in questi quattro anni . C'è una buona dote di cassa integrazione ordinaria non ancora utilizzata e pure l'opzione della cassa straordinaria è sul tavolo dell'ad.
Terzo fronte, la ricerca di nuove opportunità di crescita. «Significa fare in modo che Mantero esca dal limite della fornitura di tessuto che considero una strada "vecchia" e limitante». La mini collezione prodotta in co-branding Forte&Forte che è stata presentata a Parigi durante al settimana delle sfilate , il marchio Holliday & Brown per gli accessori sono due azioni che si sono già concretizzate ma altre sono in cantiere.
A condividere con Brunelli questo percorso nuovo una squadra di trentenni cresciuti in azienda e "promossi" recentemente: Robertò Brè responsabile del "progetto Mantero Ic"; Simone Taroni (direttore generale fornitura); Matteo Saldarini (direttore divisione uomo); Alberto Milani (responsabile progetto sciarpe); Franco Mantero (direttore divisione donna); Feliciana Ritarossi (ricerca e sviluppo prodotto donna).
E alle voci che lo vogliono in partenza per altre sfide, Brunelli risponde così: «Andarmene? Non è nei miei piani immediati. E poi dove trovo un presidente come Moritz Mantero?»
Elvira Conca

© RIPRODUZIONE RISERVATA