Breccia, migliaia di firme
contro il senso unico

Consegnata la petizione che critica la nuova viabilità di via Risorgimento. Appello unanime: "Il Comune ci ripensi"

È passato un mese dalla rivoluzione viabilistica attuata dal Comune in via Risorgimento - con tanto di semaforo, corsia riservata agli autobus, senso vietato in un tratto e zona a velocità limitata - e l'intero quartiere torna a farsi sentire. Non con una protesta in strada per lamentare la situazione, ma con una petizione corredata da 1717 firme per chiedere che tutto torni come prima. Il malloppo è stato protocollato in Comune a fine della scorsa settimana, e secondo i promotori potrebbe essere solo l'inizio.
«Questa situazione - come sottolinea il “portavoce” dei commercianti e dei residenti, il farmacista Guido Dimitri, e come riportato più approfonditamente nel documento indirizzato alla Giunta di Palazzo Cernezzi - ha sortito due effetti: un forte malumore nella popolazione costretta a subire il cambiamento imposto senza preavviso, e l'ulteriore penalizzazione sotto il profilo viabilistico di Breccia a causa di una variante che impedisce agli automobilisti di attraversare il quartiere e li costringe, per accedere ai servizi, a percorrere le strade che girano intorno per imboccare l'unica via di accesso, aumentando i tempi di percorrenza con conseguente aumento dei consumi e dell'inquinamento».
In pratica - si legge nella petizione - si è riscontrato un incremento del traffico in via Nicolodi e di conseguenza pericolo per i residenti e per i frequentatori delle scuole, nonostante lo scopo dell'ordinanza fosse quello opposto. Anche in via Rimembranze - si fa notare - è aumentato il traffico e si lamentano pure gli abitanti della zona alta (Brecciago), per le autovetture che, nel cercare vie alternative alla via Risorgimento giungendo da Prestino, percorrono le vecchie e strette strade del quartiere causando disagi e creando pericolo.
Il documento si chiude con l'auspicio che la Giunta di Palazzo Cernezzi possa rivedere le proprie decisioni ristabilendo la situazione viabilistica precedente, individuando alternative sostenibili e non penalizzanti per i cittadini di una periferia che rischia di diventare un quartiere dormitorio.

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