Mariano: il Piano casa
si dimostra un vero "flop"

Anche gli incentivi comunali per chi decide di ristrutturare immobili in centro città non riscuotono interesse: soltanto tre cittadini ne hanno fatto richiesta in sei mesi - Giorgio Pozzi rilancia: "Ben venga l'edilizia residenziale pubblica per dare risposte alle nuove emergenze: giovani coppie, genitori separati, forze dell'ordine"

MARIANO Il Piano casa? Praticamente un flop. Gli incentivi comunali concessi a chi ristruttura gli immobili in centro? Solo tre richieste in sei mesi. La città di Mariano Comense non fa eccezione rispetto all'andamento regionale dove gli incentivi all'edilizia introdotti con il Piano casa voluto dal governo un anno fa, si sono tradotti in un fallimento: sono state 189 in totale, infatti, le domande pervenute al Pirellone per “allargare” gli edifici, di cui 93 hanno riguardato ampliamenti di villette uni-bifamiliari, 39 il riutilizzo di immobili a destinazione residenziale, 24 per ampliamenti di edifici inferiori a 1200 mc, 15 per la sostituzione di immobili e 18 per pratiche minori. A Mariano il Piano casa si sintetizza in 7 richieste per 600 mc complessivi, mentre le agevolazioni per le ristrutturazioni in centro (20% in meno sugli oneri di urbanizzazione, esenzione dal pagamento dell'occupazione del suolo pubblico per i ponteggi e lo sconto del 50% sui diritti di segreteria per le pratiche edilizie) hanno convinto solo tre privati, di cui due interverranno in piazza Roma e un altro in via Volta. Nel complesso, le pratiche edilizie sono diminuite del 30% negli ultimi due anni tanto è vero che se l'anno scorso sono stati preventivati 2 milioni e 300 mila euro di entrate da oneri di urbanizzazione, quest'anno la cifra è scesa a un milione e mezzo di euro. Un simile disinteresse si motiva con la crisi? In parte sì, ma non solo», assicura il consigliere regionale Giorgio Pozzi, il marianese presidente della V Commissione Territorio del Pirellone (vice-coordinatore provinciale Pdl) e immobiliarista. «In commissione ci siamo chiesti il perché - commenta Pozzi - e abbiamo dato due chiavi di lettura: una comunicazione insufficiente e la mancanza di un adeguato sostegno alle richieste pervenute». La vera criticità, però, non sarebbe questa: «In Lombardia - prosegue il consigliere regionale - stanno affiorando nuove emergenze sociali: genitori separati in cerca di casa a prezzi inferiori rispetto a quelli del mercato, giovani coppie che con la precarietà degli impieghi non riescono a far fronte a un mutuo per acquistare l'abitazione e gli alloggi a prezzi calmierati chiesti dalle forze dell'ordine». Che fare? «Avere la sensibilità di Como, Cantù e Mariano nel rispondere positivamente alla richiesta dell'Aler di mettere a disposizione delle aree dove realizzare degli interventi di edilizia economica popolare: gli enti papabili erano 9, ma solo 3 hanno aderito e da marianese sono orgoglioso che la mia città abbia fatto questa scelta». Pozzi difende a spada tratta il sindaco Alessandro Turati dalle voci, emerse nei giorni scorsi, secondo cui il suo doppio ruolo di primo cittadino e di presidente dell'Aler abbia in qualche modo influenzato la scelta: «Se si parla di conflitto di interessi, in questo caso ben venga: una volta tanto, un doppio ruolo ha giocato a favore della città creando una grande opportunità. Ipotizzare a Mariano 16 alloggi da destinare proprio ai nuclei monoparentali e alle giovani coppie non può che essere una scelta lungimirante». Addirittura? «Certo - conclude Pozzi -: in Commissione notiamo la crescita esponenziale di queste richieste e gli amministratori che possono, dovrebbero programmare interventi del genere».

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