Cantù: il Palababele raso al suolo
Uno scandalo durato 7.530 giorni

le ruspe hanno lasciato una grande spianata bianca al posto delle struttura piramidale che richiamò anche il Gabibbo - Ora però si tratta di costruire il palazzetto targato "Turra" rispettando i tempi previsti

CANTU'  Il suo abbattimento, per Cantù, significa un nuovo inizio e nuove prospettive. E nuove prospettive, adesso, le hanno anche i residenti delle abitazioni alle spalle del Palababele. Letteralmente. Perché ormai il palazzetto progettato da Vittorio Gregotti e mai concluso in vent'anni è ufficialmente scomparso del tutto. Resta giusto un moncherino di cemento armato, ma la dove c'era un monumento al degrado e allo sperpero di venti miliardi di denaro pubblico adesso ci sono un enorme buco e una spianata sulla quale i materiali da recuperare - tutto o quasi - vengono separati.
L'ultimo ad andarsene è stato il grande murales che ornava la parete affacciata su corso Europa. Un fantasma bianco dal ghigno grottesco che sembrava farsi beffa dell'infinita vicenda del mai finito palasport. L'atto conclusivo era cominciato qualche settimana fa, quando il cupolone rosso del Palababele s'è dovuto inginocchiare fino a toccare terra, fino ad arrivare al campo che non ha mai ospitato neppure un rimbalzo. Poi, tempo una manciata di giorni, di quella copertura di metallo color mattone non sono rimaste neppure le spoglie. E ora, sparita ogni costruzione fuori terra, dopo un ventennio il panorama di questo scorcio di skyline canturino è tornato a farsi sgombro. Per poco, l'augurio generale. Ormai il pensiero è proiettato al futuro, alla stagione 2012-2013 del campionato di basket, che vedrà - dovrebbe vedere - la squadra cittadina calcare un parquet nuovo di zecca. Anche se il cantiere si chiuderà molto prima, da qui a un anno e mezzo le tempistiche: per gennaio prenderà il via la realizzazione della struttura che la bresciana Turra ha progettato, tirerà su e gestirà per i prossimi 25 anni, poi dodici mesi di cantiere e quindi quelli necessari per i collaudi, il che porta alla prima metà del 2012, insomma. Tanto che la Pallacanestro Cantù già pensa a come utilizzare al meglio il vecchio Pianella da qui al taglio del nastro, magari con interventi per miglioralo. Per ora le operazioni d'abbattimento, compiute dalla cucciaghese Italcave, procedono rispettando la tabella di marcia, e anzi un po' in anticipo. La speranza è proseguire così anche quando si passerà a costruire. E nel frattempo i tifosi, sul proprio sito internet, continuano a tenere il contro dello «scandalo del Palababele», che non ritengono ancora concluso, e non lo sarà  finché non vedranno diventare realtà quell'impianto che per ora è una fotografia sul cartellone targato Turra all'ingresso dell'area dei lavori. Siamo a quota 7.530 giorni, per la cronaca. Intanto, a proseguire per la propria strada, è anche l'iter burocratico, quello che avanza sulla carta. Ma non meno importante, anzi. Nei giorni scorsi, come conferma l'assessore ai lavori pubblici Umberto Cappelletti, la Turra ha consegnato in piazza Parini in piano finanziario relativo all'operazione di project financing da oltre 35 milioni di euro. «La stiamo verificando - conferma - delle essere esaminata minuziosamente, nei dettagli». Aspetto di primaria importanza, quello relativo alla piscina inserita sul finale nel progetto definitivo e che andrà a sostituire - almeno nel ruolo di impianto coperto da usare tutto l'anno - quella comunale di via Giovanni XXIII, e che sarà realizzata al di sotto del piano dei parcheggi. Le tariffe, infatti, dovranno garantire la sussistenza dell'impianto, ma allo stesso tempo non potranno ovviamente danneggiare gli utenti canturini. Per partire con la costruzione, inoltre, si dovrà attendere che il progetto definitivo ottenga i pareri di idoneità da parte di tutti gli enti esterni preposti al controllo della conformità alle norme vigenti e al rilascio dei permessi del caso, dal Coni alla Asl, dai vigili del fuoco alla Questura all'Arpa fino alla commissione ambiente del Comune, per poi stendere l'esecutivo. Traguardo che si conta di raggiungere per la fine dell'anno. Il che significherebbe a gennaio posare la prima pietra e partire di gran carriera: nelle fasi più avanzate, già si prevede di lavorare a ciclo continuo, giorno e notte.

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