Cantù, le Poste bloccano
la mostra sui disservizi

Imbarazzo sabato in Corte San Rocco, dove non è stata allestita la rassegna dedicata ai disservizi e agli "squallori" delle Poste Italiane. Idea non gradita all'ente, che ha manifestato il palese dissenso con una telefonata. Per evitare problemi, la mostra è stata bloccata

CANTU' Il diktat cinese è arrivato da Roma. Ai vertici del servizio filatelia di Poste Italiane si sono imbufaliti. E, in buona sostanza, hanno detto «no» all'installazione «Poste che squallore». Ventiquattro fogli, una dozzina di lettere e raccomandate con francobolli, inizialmente previsti all'interno della mostra filatelica per i 65 anni dell'Avis Cantù. Una sottosezione - il tema principale dell'esposizione, in realtà, è il volontariato - dove il passato glorioso del servizio postale sarebbe stato paragonato ai disguidi dei tempi più recenti. Confronto spietato: facevano fede i timbri delle missive, che potevano suggerire un servizio più celere alla fine dell'Ottocento, ai tempi di Garibaldi. Solo a sentirne parlare, le Poste – da Como a Roma – si sono mosse all'istante. Guido Levera, il socio del Circolo Filatelico Canturium, ha dovuto rinunciare alla sua idea. E l'angolo dello squallore, considerato troppo velenoso, non è stato montato.
La mostra, visibile anche oggi alla Corte di San Rocco in via Matteotti, si è aperta ieri in un clima abbastanza teso. All'inaugurazione, c'erano tutti i protagonisti. Levera, l'ideatore di «Poste che squallore», discendente di una famiglia appassionata di comunicazioni sin dal 1273. «Forse riproporrò la mia bacheca in un'altra occasione - le poche parole del socio - è bastato annunciarlo perché scoppiasse un caso. So che a Como le Poste non hanno gradito». Gianpaolo Bianchi, presidente del circolo filatelico. «Ho ricevuto una telefonata da Roma, direttamente dalla responsabile per la filatelia di Poste italiane, la signora Giannini (il suo nome è Marisa, ndr). Mi ha detto che la collaborazione futura tra il nostro circolo e le Poste rischiava di compromettersi. Non è stata un'idea né del circolo, né dell'Avis», ricorda il presidente. Silvano Cella, presidente onorario dell'Avis cittadino: «Per caso, ho incontrato il sindaco Tiziana Sala alle poste di Cantù. Mi ha chiesto che cosa stessimo combinando. L'Avis non sapeva di questa scelta. Noi non c'entriamo nulla». Imbarazzo generale. Perché erano presenti anche le Poste Italiane, in loco con un banchetto per lo speciale annullo postale, gentilmente concesso alla ricorrenza. I dipendenti, fermi nel non rilasciare nessuna dichiarazione.

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