Cantù, molte multe e sequestri
per le assicurazioni auto false

Dall'inizio dell'anno sono stati 94 i verbali della polizia locale di Cantù per assicurazioni contraffatte o scadute, con relativo sequestro del veicolo. E in tribunale processo per falsità in scrittura privata, con condanna a 4 mesi per un canturino che si era stampato il tagliano assicurativo da solo

CANTU' Un'assicurazione palesemente contraffatta è costata 4 mesi di carcere - pena sospesa con la condizionale - a un canturino. Ma in tribunale, in futuro, questi casi potrebbero essere davvero tanti, visto l'elevato numero di sequestri di auto - ben 94 - effettuati dai soli agenti della polizia locale di Cantù dall'inizio del 2010 a oggi.
Una sentenza certo non clamorosa, quella emessa ieri mattina in tribunale a Cantù dal giudice Ilaria Guarriello, ma che è sicuramente una delle prime di una lunga serie, visto che sono sempre di più i casi di automobili non assicurate. Il caso di ieri, comunque, riguarda un episodio avvenuto nel maggio del 2008: nel parcheggio del distributore di carburante Shell di via Fossano era stata lasciata per varie settimane una Volvo 480, di proprietà di un canturino. Gli agenti della polizia locale avevano effettuato un controllo e avevano notato che sul parabrezza dell'auto era stato esposto un tagliando dell'assicurazione palesemente falso: si trattava di un fac-simile realizzato su carta normale tramite una banale stampante a colori. I successivi controlli incrociati avevano permesso agli agenti di scoprire che quell'auto non era mai stata assicurata. Da qui la denuncia al proprietario per falsità in scrittura privata, che ha portato al processo. Il giudice ha deciso per 4 mesi, con la condizionale.
Ma quello delle assicurazioni contraffatte resta un "nervo scoperto". Tanto che i verbali della polizia locale sono già arrivati a quota 94, quasi uno ogni tre giorni. «Ci sono due fattori che hanno influito su questo dato - spiega il comandante della polizia locale Lucio Dioguardi - Il primo, è un aumento dei nostri controlli. Il secondo è che con la crisi, mancano i soldi».

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