Maslianico: fulmine abbatte
la croce della chiesa

La saetta ha centrato in pieno il gugliotto centrale della chiesa parrocchiale di Santa Teresa del Bambino Gesù, uno dei santuari della diocesi. Un sasso ha centrato il finestrino laterale dell'auto del parroco don Antonio Fossati mandandolo in frantumi

MASLIANICO Un fulmine potentissimo lunedì mattina alle 8,10 ha centrato in pieno il gugliotto centrale della chiesa parrocchiale di Santa Teresa del Bambino Gesù, uno dei santuari della diocesi di Como. La croce che sovrasta il manufatto è stata fusa dalla potenza della scarica, con tutta probabilità del tipo «globulare» come quello che vent'anni or sono aveva colpito la guglia centrale del Duomo di Como alla sommità del tempio sopra la facciata. Nel caso di Maslianico, di netto è stata tranciata la sommità del manufatto, in gran parte di marmo, e frammenti sono precipitati sulla scalinata d'ingresso fortunatamente senza danni alle persone in quanto in quel momento non c'erano funzioni in corso. Un sasso ha centrato il finestrino laterale dell'auto del parroco don Antonio Fossati mandandolo in frantumi.
Il boato ha colto don Antonio proprio nel momento in cui stava per aprire la porta della canonica con immediata constatazione delle pesanti conseguenze dell'evento che ha mandato in tilt telefoni e apparecchiature non solo nell'ambito della chiesa, ma in tutta la zona circostante, compreso il centralino telefonico del municipio. I vigili del fuoco, la polizia locale e il sindaco Mario Luppi sono stati tra i primi a intervenire con la posa di transenne sul sagrato, messa in sicurezza delle strutture del gugliotto e decisione di rendere agibile la chiesa solo dalla porta laterale. Con il trascorrere delle ore il danno è apparso ben più grave rispetto alle apparenze.
«Gli effetti del fulmine – dice don Antonio Fossati – hanno mandato fuori uso tutte le apparecchiature elettriche riguardanti la centralina  interna alla chiesa e alla casa parrocchiale, i collegamenti ai microfoni, le schede riguardanti il funzionamento dell'organo».
Ieri pomeriggio con un mezzo della ditta Freti, dotato di cestello, sono state eseguite tutte le verifiche per la messa in sicurezza del tempio, tetto compreso, con sostituzione di alcune lastre di ardesia della Val Malenco frantumate dalla caduta dei sassi.
«Per fortuna non c'erano persone nelle vicinanze e i danni sono stati solo materiali - dice il sindaco Mario Luppi - ma certo è che la scarica è stata di notevole intensità con danni anche all'apparato telefonico del municipio che è comunque coperto da assicurazione. Ho firmato un'ordinanza per la chiusura del sagrato e a opere di bonifica concluse si provvederà al ripristino degli accessi alla chiesa».
Oltre al caso eclatante del fulmine caduto vent'anni fa sul Duomo, ricordato proprio ieri da un servizio pubblicato da «La Provincia» nella cronaca di Como, si ricordano altri due episodi che hanno colpito chiese comasche.
Diversi anni or sono, proprio in novembre quando la stagione dei temporali sembrerebbe finita, ricorda Alessandro Origoni, memoria storica di Torno, una fortissima scarica aveva colpito la chiesa di Monte Piatto. Era scoppiata una bombola del gas con incendio dell'intero complesso poi ricostruito, come ora ricorda una lapide collocata dal prevosto dell'epoca don Salice. Un altro episodio del genere era accaduto in Valle d'Intelvi sul colle di San Zeno. In una notte di tempesta un fulmine aveva dato luogo al crollo del campanile, poi ricostruito nell'ambito delle opere di restauro della caratteristica chiesetta cara alla gente del lago e della valle.

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