Il tesoro del guru
è in Liechtenstein

L'accusa al processo a Waldo Bernasconi: la truffa anoressia ha fruttato quasi 13 milioni. E sui titoli di studio è battaglia con la difesa

Il tesoro racimolato nell'arco di dieci anni con la proposta di cura neoreichiana di anoressiche e bulimiche, Waldo Bernasconi l'ha messo al sicuro in una banca del Liechtenstein. A dirlo, ieri mattina in aula nel corso della seconda udienza a carico del guru dell'anoressia e dei coimputati in un processo in cui si contesta una maxi truffa ai danni di centinaia di ragazze, è stato il pubblico ministero Mariano Fadda.
«Lo snodo che ha consentito il trasferimento dei soldi da Casadap (la struttura realizzata all'ombra del Baradello ndr), dal Forum Crisalide e da SanaVita verso il Liechtenstein è la società svizzera Terapica sa, amministrata da Sonja Bernasconi», la moglie dell'ideatore di una galassia popolata di milioni di euro: poco meno di 13 milioni, di cui oltre sei finiti al caldo dei forzieri dell'impenetrabile - per la giustizia italiana - principato incastonato tra Svizzera e Austria. A sostegno della sua tesi il pubblico ministero, che accusa Waldo Bernasconi di associazione a delinquere, truffa aggravata, violenza sessuale, esercizio abusivo della professione di  medico, dietologo, psicologo e di psicoterapeuta, ha chiesto - e ottenuto - di depositare tra gli atti del processo gli accertamenti bancari eseguiti su rogatoria in Canton Ticino sulle società riferite alla galassia Bernasconi.
L'accusa, nel corso dell'illustrazione delle prove e della lista testi a carico non solo del guru, ma anche degli altri sei coimputati (la moglie Sonja, la figlia Diana Wiesner, Piero Billari, Silvia Agoletti, l'attore Isaac George e Giuseppina Carlevaro), si è poi concentrata sui titoli accademici del "professore" di Lugano. «Questo - ha esordito Fadda - è come un processo per guida senza patente. Non conta nulla, qui, sapere se Bernasconi sa o meno guidare, il fatto è che mentre guidava non poteva farlo: perché non aveva i titoli». Il processo s'interrompe per due mesi. Riprenderà con l'anno nuovo.

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