Cantù, i mobili in Municipio?
Macché brianzoli, sono dell'Ikea

Sedie e scrivanie degli uffici dei servizi sociali di via Alciato non arrivano da qualche bottega della zona, ma da Carugate, ovvero dal magazzino del colosso svedese: si è preferito risparmiare, ma restano i dubbi che, dalla città del Mobile, sia stato necessario andare all'Ikea per arredare gli uffici

CANTU' (s.cat.) Lo si temeva, e alla fine è accaduto. Besta, Micke, Vika Amon e Aspvik sono arrivati anche all'ombra di San Paolo, e han fatto fuori il Tagliabue e il Molteni. Ovvero, l'Ikea ha avuto la meglio sulle botteghe dei legnamè. Il che, nelle tante case dei canturini più o meno squattrinati o più o meno precari – ma certo non solo, ché di fronte al colosso svedese a prezzi contenuti prima o poi capitolano tutti – è dato assodato già da un bel pezzo, e nemmeno i più nostalgici s'azzardano a negarlo se vogliono evitare il pubblico ludibrio. Ma stavolta, a cedere, è stata la casa comunale. Il municipio. L'amministrazione, infatti, in luglio si è rivolta proprio alla multinazionale gialla e blu sinonimo di costi piccoli e produzione in serie da milioni di pezzi per arredare gli uffici di via Alciato dei servizi sociali, dove hanno sede la tutela dei minori e gli inserimenti lavorativi. Carta canta – la determina 3134 della segreteria generale, di fine ottobre – Cantù, ergo la famigerata città del Mobile, si è rifornita in quel di Carugate di una quarantina di suppellettili, tra scaffali, pensili, sedie. In tutto, 1.027 euro di spesa, più 202 euro per il trasporto. Mentre vedere qualche assessore cantore del sapere delle mani canturino montare i mobili in questione, sarebbe una di quelle cose che, dice quella pubblicità, non hanno prezzo. A dettare la scelta, viene da pensare, il proverbiale pragmatismo del posto, che ha spinto a cercare prezzi modici, visti i chiari di luna dei bilanci pubblici. Ma chissà, forse qualche imprenditore locale quei tavoli e quelli sgabelli li avrebbe persino regalati, pur di non trovarseli davanti anche negli uffici comunali. Un boccone amaro da mandare giù. Fortuna che dagli svedesi, tra panchette e comò, si trovano anche i biscotti allo zenzero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA