Cantù, solo il 40% delle donne
fa lo screening mammografico

Presentato il mammografo digitale del valore di 200mila euro donato dalla Cassa Rurale all'ospedale cittadino che permette di effettuare in un giorno fino a una trentina di esami. In tema di prevenzione del tumore al seno, nel territorio canturino si registrano i dati peggiori, molto meno del 40%

CANTU' - Uno strumento prezioso, non solo per avere un ospedale migliore ma anche per promuovere tra le donne la difesa del loro bene più prezioso, la salute. Perché oggi, dati alla mano, c'è bisogno proprio da parte loro di più attenzione, visto che nel Canturino si registra il dato più basso di risposta allo screening mammografico promosso dalla Asl, meno del 40%. Poco davvero rispetto al 60% del resto del Comasco, che già, peraltro, è il valore più basso riscontrato tra le province lombarde. Per aiutarle ad aiutarsi, ora, c'è un'arma in più, il mammografo digitale che nei mesi scorsi la Cassa rurale e artigiana ha donato all'ospedale Sant'Antonio Abate. Duecentomila euro di costo, tecnologia all'avanguardia che permette di effettuare in un giorno fino a una trentina di esami - difficile incrementare ulteriormente, visto anche che i due senologi operativi nel presidio cittadino arrivano dal Sant'Anna di Como - in maniera più veloce, riducendo la quantità di radiazioni alle quali le pazienti sono sottoposte e al contrario aumentando nettamente la qualità dell'immagine, la risoluzione e quindi l'efficacia diagnostica in un ambito nel quale la prevenzione risulta fondamentale.
In via Domea il macchinario è approdato in giugno, ma dopo l'installazione l'operatività ha preso il via in settembre. Per una sorta di taglio del nastro ufficiale si è atteso ieri, anche per avere presente il direttore generale del Sant'Anna Andrea Mentasti, assente però per motivi di salute. «Ci sta a cuore il bene comune, e siamo convinti che si viva meglio impegnandosi» il commento del presidente della Cassa rurale e artigiana Angelo Porro.
Al bene dell'ospedale cittadino l'istituto di credito ha già guardato in tempi recenti, donando la nuova risonanza magnetica e un milione di euro per il nuovo blocco di sale operatorie, progetto per vedere partire il quale si attende che da Roma vengano sbloccati i fondi già assegnati all'ospedale. Ora tocca al mammografo, visto che di quello appena sostituito, come ha raccontato scherzando il primario di radiologia Gian Antonio Cairoli, nemmeno si trovano più i pezzi di ricambio. E anche quello, arrivato al Sant'Antonio nel 1999, era stato un dono della Cassa rurale. Un'attenzione rimarcata dallo stesso direttore sanitario dell'azienda ospedaliera Sant'Anna Laura Chiappa, che attenzione l'ha chiesta però anche alle donne, alle oltre 70mila comasche d'età tra i 50 e i 69 anni che ogni due anni ricevono l'invito a prendere parte alla campagna di screening mammografico, che propone di sottoporsi all'esame gratuitamente e senza impegnativa del medico curante. Ora ne verranno convocate fino a 130 al giorno, ma davvero poche rispondono: «Cantù - ha evidenziato - è il territorio dove si registrano i dati peggiori, molto meno del 40%, dato al di sotto degli standard del resto della provincia, già più bassi della media. E' fondamentale promuovere la sensibilizzazione tra le donne, spingerle a partecipare a un'iniziativa importante e che può salvare la vita». Invito di cui si è fatta ambasciatrice anche il sindaco di Cantù Tiziana Sala.

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