Politeama, affitto scontato
Polemica in consiglio

Alessandro Rapinese punta il dito contro l'affitto «low cost» del bar, del ristorante e dei parcheggi: «Assurdo far pagare solo 55 euro al giorno». La replica: «Accuse gratuite»

COMO È esplosa in consiglio comunale la polemica per l'affitto «low cost» del Politeama. A lanciare il sasso è stato in aula Alessandro Rapinese: «La Società del Politeama - ha detto - affitta bar, ristorante e parcheggi a circa 22mila euro l'anno quando solo il parcheggio varrebbe 30mila euro. La verità è che si sarebbe potuto ricavare molto di più, secondo me 100mila euro l'anno. Invece si affitta il Politeama a 55 euro al giorno. Se fossi stato io il presidente l'avrei affittato per un minimo di 3mila euro al mese». Duro anche Emanuele Lionetti (Autonomisti liberali per Como) che del Politeama ha fatto una battaglia: «Confermo le ipotesi di Rapinese - ha tuonato - e a mio avviso bisognerebbe analizzare tutto meglio. La cosa che mi stupisce è che la Politeama srl, il cui cda è nominato dall'amministrazione dietro indicazioni dei partiti non fornisce chiarezza su tutte le locazioni e perché il canone è estremamente basso. Perché l'assessore al Patrimonio non si adopera e non usa la lente di ingrandimento?».
Il presidente della società, l'avvocato Ilvo Tolu liquida il tutto parlando di «accuse gratuite». «È molto semplice - ha detto - si parla senza sapere. Il Politeama quando è stato lasciato al comune di Como aveva in essere un contratto di affitto con l'erede Amalia Catapanna, poi la signora ha ceduto quella attività ad una società. Per legge il contratto di affitto automaticamente si trasferisce al nuovo conduttore e il contratto, sottoscritto da Gaffuri poco prima di morire nel 2000, valeva 12 anni. Abbiamo applicato una riduzione di 2-3mila euro perché la società non ha più in locazione l'intero Politeama e poi ha preso l'impegno di consegnare immediatamente il cortile con tutti i posti in caso di avvio dei lavori». E ancora: «Noi ci siamo preoccupati di fare in modo che, se anche c'è un inquilino, se mai vi fossero state disponibilità di soggetti per intervenire, lo si potesse fare subito senza aspettare la fine del contratto. Abbiamo già notificato un atto di sfratto per quella locazione tre anni fa e ci siamo portati avanti, attraverso un verbale di conciliazione che impedisce al conduttore di beneficiare di eventuali proroghe di legge». Poi la risposta a Rapinese e Lionetti: «Non si può dire che si chiedono 3mila euro d'affitto poiché quello è un bar piccolo da 1800 a 2200 euro. Sono accuse gratuite, non tengono conto di mille fattori. Se Lionetti e Rapinese vogliono, costituiscano una società e comprino l'attività: penso gliela venderanno subito a un prezzo di favore. I bar in città o fanno un boom, ma poi in certi momenti, quando non va, i gestori piangono sangue amaro».
Gi. Ro.

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