Uno show perfetto per Ranieri l'istrione

Un vero "istrione", come lui stesso si è descritto, interpretando la celebre canzone di Charles Aznavour, è salito, l'altra sera sul palco del teatro Sociale. Un artista capace di oltre tre ore di inarrestabile e perfetto show, tra canzoni memorabili, monologhi e confessioni intime, balletti e coreografie accattivanti, il tutto confezionato con tempi rigorosi e ritmi incalzanti.

Un vero "istrione", come lui stesso si è descritto, interpretando la celebre canzone di Charles Aznavour, è salito, l'altra sera sul palco del teatro Sociale. Un artista capace di oltre tre ore di inarrestabile e perfetto show, tra canzoni memorabili, monologhi e confessioni intime, balletti e coreografie accattivanti, il tutto confezionato con tempi rigorosi e ritmi incalzanti. Si parla ovviamente di Massimo Ranieri che con il suo "Canto perché non so nuotare… da cinquecento repliche" (aggiornamento del titolo "Canto perché non so nuotare… da quarant'anni!"), ha incantato il foltissimo pubblico presenta nella sala comasca, per la prima di due serate dedicate ad Aism e organizzate dalla sezione di Como dell'associazione impegnata contro la sclerosi multipla. Lo scopo benefico è stato pienamente raggiunto vista la corsa del pubblico, che nel foyer è stato accolto dal giocatore del Milan, Gianluca Zambrotta.
Lo spettacolo non ha poi deluso le aspettative. Come nelle previsioni, lo show di Ranieri e Gualtiero Peirce, oggi un vero cult, con quattro anni di tournée e 505 repliche totalizzate, si è dipanato lungo la densa serata, regalando un fuoco di fila di sorprese. Ranieri, 59 anni portati con grinta e agilità non comuni, ha travolto gli spettatori, trascinandoli nel proprio mondo, fatto, in primis, di canzoni, ma anche di frammenti di una vita "da romanzo", raccontata con toni confidenziali e un orgoglio giustificato. L'ex scugnizzo che, non sapendo nuotare, incantava con la magnifica voce i turisti, sul lungomare di Napoli, perché lanciassero monetine, ripescate poi dai compagni di Gianni (vero nome di Ranieri), è diventato, in una carriera lunga e varia, un artista eclettico e sempre generoso, capace di un canto che si impone, oltre ogni moda, per tecnica e capacità interpretativa, ma anche di una presenza teatrale forte, unita all'eleganza nel calarsi in coreografie diverse, create ad hoc da Franco Miseria, dando filo da torcere alle giovani compagne di scena.
Tutto il repertorio canoro di Ranieri è stato dipanato, con successi strappa applauso come "Rose rosse", "La vestaglia", "Erba di casa mia" e l'attesissima "Perdere l'amore" ma anche (e nel giudizio di chi scrive, erano questi i momenti più "da brivido") con l'interpretazione poetica di classici napoletani, oltre a brani cult di Mina, Venditti, Tenco e altri. Anche questo omaggio alla musica d'autore veniva declinato in chiave personale, con il picco emotivo in "Almeno tu nell'universo" della compianta Mia Martini e in "La cura" di Battiato. Oltre al cast in rosa (non veline decorative ma musiciste, ballerine e vocalist di talento) si segnala la presenza del giovane Lele D'Angelo, campione del mondo di tip tap, che ha deliziato la sala con un numero in stile Broadway. Insomma, una conferma per i fan storici, una sorpresa per il pubblico più giovane, tanto da arrivare per ben due volte alla standing ovation. Applausi incandescenti.

Sara Cerrato

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