Carugo, il no del volontario
al premio dell'onorevole

Luigi Folcio, anima del Gruppo Volontari della Brianza, ha rifiutato il riconoscimento della fondazione "Costruiamo il futuro" del vicepresidente della Camera Lupi (Pdl): "non posso accettare un premio da chi in Parlamento ha votato la legge che nega i diritti all'emigrazione"

CARUGO Volevano premiarlo per una vita spesa in favore degli altri nel settore del volontariato, ma lui non solo rifiuta il riconoscimento, ma entra in aperto contrasto con il vicepresidente della Camera dei Deputati, Maurizio Lupi. Luigi Folcio, carughese di 67 anni, da sempre anima e corpo del Gruppo Volontari della Brianza, non ha voluto partecipare alla cerimonia di premiazione - svoltasi domenica all'oratorio di Giussano - nella quale la Fondazione  «Costruiamo il Futuro», presieduta appunto dal pidiellino Lupi, avrebbe voluto premiarlo nell'ambito della terza edizione del concorso che ha assegnato riconoscimenti a realtà della zona di Monza e Brianza che si sono distinte per impegno e solidarietà nei confronti degli altri.
«Non posso e non voglio stringere né accettare un premio - scrive Folcio direttamente all'onorevole - da quella mano che in Parlamento si è levata favorevolmente per votare una legge che nega quei diritti all'emigrazione che la Carta dei diritti dell'Uomo proclama e che la Costituzione Italiana sancisce e fa suoi, perché ritengo che non sia certamente questo il modo migliore di costruire il futuro». «Ringrazio chi si è dato da fare per segnalare il mio nome per il riconoscimento - termina la missiva -, ma in ottemperanza alle direttive sulla caritativa dell'Arcivescovo di Milano, come nipote e figlio di emigranti in America Latina, per coerenza con quasi cinquant'anni di volontariato solidale praticato sul campo con il gruppo Volontari della Brianza, in segno di ringraziamento alla Repubblica del Cile che ha accolto la mia famiglia e mi ha insegnato i valori della solidarietà e dell'ospitalità e in segno solidale verso quei lavoratori che, sulla gru di Brescia e su una ciminiera a Milano, chiedono il loro diritto a un pane dignitoso, non posso accettare il premio».
Per Folcio sarebbe stato come tradire quello in cui ha creduto per una vita e che l'ha distinto per le spedizioni umanitarie e di sostegno organizzate, con il Gruppo Volontari della Brianza, in mezzo mondo. «Ho rifiutato il premio anche come atto di protesta nei confronti dell'indifferenza che accomuna molte persone verso i gesti eclatanti che stanno portando avanti gli stranieri a Brescia e a Milano - aggiunge -: non chiedono sconti, né scappatoie, ma certezze e dignità».

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