Cantù, il Pd e le anomalie
del piano governo territorio

Serata del Partito democratico per parlare del pgt secretato dal Comune. Sottolineati i punti non chiari, dalle villette sparite a quelle ricomparse

CANTU' Tutte le stranezze del piano di governo del territorio, documento secretato dal Comune di Cantù, e del quale i cittadini hanno solo sentito parlare sui giornali. Il Partito democratico ha organizzato venerdì' una serata dedicata ai contenuti del pgt che approderà settimana prossima in commissione urbanistica, serata dal titolo “Ancora le mani sulla città”, sottotitolo “Il piano di governo del territorio deve essere rivolto a tutti i cittadini e non solo ai palazzinari”. A illustrarlo nel dettaglio, Vitaliano Colombo, ex assessore all'urbanistica a Capiago Intimiano e per trent'anni a capo dell'ufficio urbanistica di Cantù «ma sono qui senza intento politico, Il Pd mi ha chiamato, ma se lo avesse fatto qualcun altro avrei ugualmente risposto».
Colombo ha ripercorso gli ultimi dieci anni di urbanistica, dall'approvazione del piano regolatore nel 1999 – giunta Selva – alle modifiche a suon di varianti degli anni seguenti. Fino al 2005 quando il sindaco Sala affida l'incarico di redazione a Roberto Busi, Giovanni Viganò ed Enrico Cambiaghi per 287 mila euro, il doppio di quanto richiesto da Pierre Alain Croset, già autore di uno studio preliminare sui centri storici. Molti i punti offerti alla riflessione delle decine di presenti. A partire dalla popolazione insediabile, che secondo Colombo potrebbe raggiungere l'incremento non di circa 3 mila ma di quasi 12 mila abitanti, «perché non sono state conteggiate le tantissime aree di riconversione che potrebbero avere uso residenziale». E poi le 35 villette – 50 mila metri quadrati – in bioedilizia che pareva non dovessero più venire costruite tra i boschi della Cascina Pelada. Invece una grande area esterna e confinate non risulta compresa nel perimetro del famoso parco delle cascine ed è ora edificabile.
Novità e mattoni anche nel comparto De Baggis in via Giovanni da Cermenate. Qui infatti l'area posteriore della proprietà era vincolata per ampliamento capannoni e invece oggi, sarebbe diventata lottizzazione residenziale. Scomparse, poi, le case di edilizia economico popolare che a dicembre 2009 ancora pareva dovessero sorgere a Fecchio, su un terreno agricolo in via Sparta, sostituite ora da un lotto edificabile senza vincoli. Curioso, secondo il relatore, anche il fatto che nell'area ex Roncoroni compaiano come già esistenti due strutture commerciali che oggi esistenti non sono.

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