Mariano: posto fisso a 1.000 euro
Snobbati i concorsi del Comune

MARIANO  Aziende in crisi, lavoratori messi in cassa integrazione, mobilità o - nelle situazioni peggiori - licenziati. Famiglie che faticano a tirare la fine del mese, eppure quando si aprono gli spiragli per un posto di lavoro a tempo indeterminato, la risposta dagli aspiranti a uno stipendio garantito - che anche se non è da nababbi dovrebbe pur essere sempre meglio di niente - non è di quelle che ci si aspetterebbe. Almeno non a Mariano Comense, nel caso specifico dei bandi pubblicati dall'amministrazione comunale per assumere un assistente informatico, un assistente contabile e un agente (ma potenzialmente anche due) di polizia locale.
Lavori sempre considerati «per tutta la vita», oggi riscuotono un gradimento piuttosto tiepido: la sensazione è che i giovani puntino a qualcosa di più, ma questo non è in linea con la domanda. Non a caso gli imprenditori hanno rivolto un appello alla concretezza, ricordando ai ragazzi comaschi di prepararsi professionalmente non solo per fare gli avvocati o i commercialisti, ma anche gli operai capaci di “far andare le mani” sui banchi di lavoro.
Per il posto di assistente contabile è richiesto il diploma di scuola superiore: in comune sono al momento giunte una quarantina di richieste, quasi lo stesso numero di quelle pervenute per la selezione del nuovo vigile urbano le cui prove inizieranno lunedì. Diverso il discorso per l'assistente informatico il cui bando è stato revocato essendo il comune riuscito a individuare il candidato con il sistema della mobilità esterna (modalità prevista parallelamente alla selezione pubblica).
Il numero di adesioni a questi potenziali impieghi “sicuri” è decisamente basso se paragonato all'esperienza vissuta a Carugo sei mesi fa quando per l'assunzione di un vigile urbano al municipio di via Cadorna arrivano 149 domande. Tre anni fa sempre a Carugo, quando ancora la crisi doveva entrare nel vivo, per un impiego di assistente bibliotecario part-time, le domande furono addirittura 177.
Di fronte a questi numeri la domanda sorge spontanea: come mai oggi si registra una forte diminuzione nelle domande di assunzione in un ente pubblico?
Giuseppe Ragadali, vicesegretario generale del comune di Mariano, si dice «perplesso, perché in passato le adesioni sono state più alte, ma forse ragionandoci qualche spiegazione si trova». La prima è la questione degli stipendi: la media dei posti messi a bando oscilla tra i 900 e i 1.100 euro netti al mese «e se questo è un buon emolumento al Sud - prosegue Ragadali - al Nord non garantisce di arrivare alla fine del mese se si deve far fronte alla gestione di una famiglia e di una casa con mutuo. Si può aspirare ad avere duemila euro in più all'anno solo dopo quindici anni e dopo aver sostenuto dei concorsi interni dove il conseguimento della laurea è indispensabile».
Poi bisogna fare i conti con la preparazione dei candidati: «Forse credono che sia facile entrare in un comune e che alla fine pur di prendere qualcuno si chiude un occhio, ma non è così» aggiunge Ragadali.- Inoltre resta da sfatare la “leggenda metropolitana” che non si può essere licenziati: «I rapporti di lavoro nel pubblico impiego - conclude il vicesegretario - si sono in un certo senso privatizzati: anche un comune può contare sul periodo di prova e decidere di non confermare l'assunzione se il candidato non si dimostra all'altezza, inoltre possono essere presi provvedimenti disciplinari sino ad arrivare al licenziamento. Personalmente nella mia carriera mi è capitato di chiudere dei rapporti di lavoro con dei dipendenti pubblici anche se mai è accaduto qui, a Mariano”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA