Cantù: un Clac targato Milano
se la gestione passa alla Promos

CANTU' -  Il futuro del Clac, il Centro legno arredo Cantù, pareva allargarsi verso Monza e pareva chiamarsi Clab, Centro legno arredo Brianza. E invece Invece sembra proprio che  si cambi ancora, magari in Clam, e quella lettera finale sta per Milano, nello specifico la «Promos», azienda speciale della Camera di commercio meneghina. Non solo un cambio di direzione, ma una cambio di prospettiva che, questo il dubbio che serpeggia in città, relegherebbe a un ruolo assai defilato il territorio e le sue caratteristiche, il suo tessuto produttivo peculiare - gli elementi da cui si doveva ripartire -  affidandosi in mani che invece stanno all'ombra della Madonnina. Doveva essere la stagione della rinascita all'insegna dell'orgoglio locale, insomma, e invece pare di sentire in lontananza suonare la ritirata. Rinascita di cui c'è davvero bisogno, visto che, pur con buona pace dell'edizione numero zero del Festival del design che s'è chiusa nelle scorse settimane, quelli che hanno caratterizzato il  passato recente del Clac , di numeri, sono ben poco confortanti. Con un bilancio chiuso con 400 mila euro di buco - e già si sono limitati i danni, a detta di tutti - il capitale sociale  dimezzato, la sede di via Borgognone da  mettere in vendita per far quadare i conti. A lanciare l'allarme, nei giorni scorsi, Enrico Benati, presidente canturino di Cna, parecchio preoccupato per le prospettive dell'ente, viste le notizie trapelate. Ovvero la decisione di demandare una fetta cospicua dell'attività del Clac a Promos, azienda speciale dell'ente camerale milanese. Azienda attiva da oltre dieci anni e che si occupa di internazionalizzazione, fornendo assistenza alle piccole e medie imprese per operare sui mercati esteri. Idea che suonerebbe una resa, a suo avviso, e che finirebbe col condannare il Canturino a un ruolo secondario. E a quanto pare  Benati  non ha gridato al lupo. L'ipotesi Promos, infatti, anche se non ancora delineata nei propri contorni, è reale. Conferma quantomeno i contatti il presidente di Clac Silvio Santambrogio, che pure non entra nei dettagli, per il momento, tanto più perchè da qualche giorno a New York e ancora Oltreoceano. E lo conferma il presidente della Camera di commercio di Como Paolo De Santis, che però invita alla prudenza: «L'idea esiste, ma siamo in una fase interlocutoria. Ci stiamo lavorando, ma non è ancora stata presa alcuna decisione, sono in corso una serie di  incontri per verificare il progetto. Per poter dare risposte più precise occorrerà attendere ancora un paio di settimane».
Un po' meno, a quanto pare, per avere la posizione del sindaco Tiziana Sala sulla vicenda, visto che si riserva di esprimersi al riguardo solo dopo la riunione del consiglio d'amministrazione del Clac, fissato per lunedì 13: «Per poter esaminare con attenzione questa possibilità occorre avere a disposizione tutte le informazioni necessarie. Instillare ora dubbi o fornire notizie parziali può creare solo problemi al lavoro del cda attuale, che, come quello che l'ha preceduto, sta ponendo le basi per il cambiamento con iniziative e risultati apprezzabili». Futuro incerto, insomma, che ancora non sia sa se parlerà brianzolo o milanese. E dubbi restano persino sulla sede:dato per certo che si debba lasciare via Borgognone per far cassa, ancora non si sa se la destinazione sarà la storica cornice dell'ex chiesa di Sant'Ambrogio o se un ufficio nella sede cittadina della Camera di commercio sarà più che sufficiente.

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