"Clandestini di casa
al vecchio Sant'Anna"

Sbandati e senzatetto nell'area del vecchio Sant'Anna. A lanciare l'allarme è il consigliere comunale Alessandro Rapinese (Area 2010), che depositerà una mozione e un'interrogazione sul tema, chiedendo al Comune di intervenire per scongiurare il rischio di una nuova Ticosa.

COMO Sbandati e senzatetto nell'area del vecchio Sant'Anna. A lanciare l'allarme è il consigliere comunale Alessandro Rapinese (Area 2010), che oggi depositerà una mozione e un'interrogazione sul tema, chiedendo al Comune di intervenire per scongiurare il rischio di una nuova Ticosa. Rapinese ha raccolto le segnalazioni di alcuni cittadini, ma anche tra il personale che lavora negli ambulatori ancora attivi in via Napoleona è diffusa la convinzione che, di notte, qualcuno si introduca nel maxi comparto e bivacchi nei padiglioni chiusi ormai da più di tre mesi, in particolare nella zona del G.B. Grassi. «Preso atto che l'area ex Sant'Anna giace in gran parte inutilizzata e che è stata segnalata la presenza di clandestini - scrive tra l'altro Rapinese nella mozione - e considerato che tutto il compendio insiste sul territorio comasco e saranno quindi i comaschi a subire i potenziali effetti nefasti derivanti dal degrado già in atto, il consiglio comunale impegna il sindaco a compiere tutte quelle azioni che possano mettere in sicurezza l'area, azioni quali l'avviare collaborazioni mirate a reprimere l'occupazione abusiva, coinvolgendo la Polizia municipale e le altre istituzioni e forze dell'ordine presenti sul territorio». Ovviamente nessuno si è avventurato di notte nei vecchi padiglioni per controllare l'effettiva presenza di clandestini o senzatetto, ma più di un operatore del Sant'Anna racconta di “segnali” sospetti, come pezzi di cartone e indumenti. Il rischio che l'enorme comparto (102mila metri quadrati) finisse per diventare una sorta di rifugio per disperati era stato paventato a più riprese, nel recente passato. Lo stesso sindaco Stefano Bruni l'aveva definito «un pericolo reale», sottolineando che «gli edifici non più utilizzati costituiscono un'attrattiva». Senza contare che introdursi nell'area senza essere visti non è certo un'impresa impossibile, soprattutto da via Santa Brigida e via Rimoldi. Tutta la zona, d'altra parte, resta chiusa e deserta dalle 19,30 alle 6,30 e la situazione non cambierà nemmeno quando si concretizzerà l'ipotesi della cittadella sanitaria, con il trasferimento dell'Asl che si sommerà agli ambulatori del Sant'Anna. La svolta è destinata ad arrivare solo con la costruzione del nuovo quartiere nella porzione del comparto destinata a essere venduta ai privati. Ma l'operazione avrà tempi molto lunghi.
Il direttore generale del Sant'Anna, Andrea Mentasti, aveva affrontato il tema qualche settimana fa: «Gli edifici non più utilizzati sono stati chiusi - aveva detto - e Csu si occupa di sbarrare in serata l'accesso diretto dall'autosilo Valmulini all'area ex ospedale. In via Colonna c'è un presidio notturno ma non possiamo pensare di garantire la vigilanza su tutto, di andare tutti i giorni a controllare tutti gli edifici. Servirebbe un esercito». L'azienda ospedaliera ha comunque chiesto rinforzi alla Regione e ha ottenuto un finanziamento per reclutare nuovo personale addetto alla vigilanza (attualmente controllano l'area solo un paio di guardie): «Un primo bando - spiega il direttore amministrativo Salvatore Gioia - è già andato a buon fine, per un totale di 3 addetti messi sotto contratto. Ora ce n'è un altro in corso, per trovarne altri 3. Quando sarà concluso anche questo, inseriremo in organico tutto il nuovo personale. Per il momento continuiamo ad affidarci a una ditta esterna. A noi, comunque, non sono state segnalate intrusioni. Ricevo ogni giorno un resoconto e non risulta nulla».
Mi. Sa.

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