"Alitalia boicotta
il nostro tessile"

Il senatore Alessio Butti si fa paladino dei cravattai comaschi, interpretando il malumore che si aggira nel distretto per la campagna pubblicitaria di Alitalia, apparsa recentemente sui principali quotidiani nazionali. In sostanza il messaggio natalizio invita a regalare viaggi piuttosto che cravatte. L'ennesimo attacco al nodo, peraltro sferrato usando soldi pubblici.

COMO Il senatore Alessio Butti si fa paladino dei cravattai comaschi, interpretando il malumore che si aggira nel distretto per la campagna pubblicitaria di Alitalia, apparsa recentemente sui principali quotidiani nazionali. In sostanza il messaggio natalizio invita a regalare viaggi piuttosto che cravatte. L'ennesimo attacco al nodo, peraltro sferrato usando soldi pubblici.
Dal distretto sono piovute a Roma un mare di critiche, subito raccolte da Butti che ha presentato un'interrogazione urgente ai ministri dell'Economia e delle Finanze, dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti, in cui chiede di far luce «su una pubblicità a dir poco assurda».
«Non si possono comparare due prodotti così differenti - scrive il politico lariano - Numerosi imprenditori del tessile abbigliamento hanno coralmente manifestato le loro perplessità in merito allo slogan pubblicato anche su numerose riviste, oltre che negli aeroporti».
L'interrogante fa notare la preoccupazione degli specialisti del nodo, in un momento già così difficile sotto il profilo dei consumi, per la pessima congiuntura e l'imperante moda casual. A questo va sommata la sempre più agguerrita concorrenza cinese che controlla la fascia medio-bassa del mercato.
«Como- ricorda Butti - è leader nella confezione di cravatte e altri pregiati accessori. La campagna di Alitalia costituisce a tutti gli effetti un grave danno d'immagine per la sua industria manifatturiera, messa addirittura in ridicolo».
«Una vera beffa -continua- visto che la compagnia di bandiera è stata finanziata con il denaro dei cittadini e che l'intervento del governo è stato determinante nella fase di salvataggio e start up. Un sostegno sempre chiesto e mai arrivato invece al tessile abbigliamento, che si è visto sempre distogliere fondi a favore di altri settori, dall'auto agli elettrodomestici».
«Al tessile - scrive ancora Butti- è arrivato solo quello che l'insistente e reiterato lavoro di alcuni parlamentari, tra cui il sottoscritto, hanno più volte richiesto: comunque nulla in confronto alle concessioni corrisposte ad Alitalia. E' vergognoso che un asset italiano come Alitalia faccia pubblicità a danno di un altro business strategico per la nostra economia. Il comparto tessile già in sofferenza non ha certo bisogno di essere messo sotto tiro addirittura dalle aziende statali».
Sempre nel rispetto del libero mercato, Butti invita le autorità competenti a una sollecita riflessione  sulla vicenda.
Serena Brivio

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