"Abbandonati per 20 ore
nel caos dell'autostrada"

L'odissea di due canturini sull'Autosole trasfigurata dal bianco. Un Tir che si gira spezza l'Italia in due. «La radio passava informazioni assurde. Abbiamo chiamato anche le forze dell'ordine: nessuna spiegazione. Ma quale protezione civile. Si era parlato di viveri e coperte, ma fino a quando il traffico non si è sbloccato, non abbiamo visto nessuno».

CANTU'  La neve, l'Autostrada del Sole trasfigurata dal bianco, in un venerdì 17 che, scaramantici o no, per alcuni è da dimenticare. Senz'altro, giornata nera sul calendario di Carlos Mastrascusa e Daniela Costantino, due colleghi della Secur Group – una ditta di servizi aziendali con sede a Cantù – rimasti bloccati per quasi 20 ore tra Valdarno e Firenze Sud, direzione Milano. Inferno invernale. Con l'auto che, in tutto questo tempo, riesce a spostarsi di appena quattrocento metri. Quasi una prova di sopravvivenza, l'incolonnamento di decine di chilometri, con accampamento di fortuna a bordo di una monovolume, una Volkswagen Touran, motore perennemente acceso per scaldare l'abitacolo. Una delle tante case improvvisate on the road, con il termometro sotto zero e migliaia di automobilisti inchiodati dal traffico, in balìa del gelo.
L'incubo inizia verso le 16 di venerdì. Un Tir senza catene da neve si gira sull'Autosole. L'Italia si spezza in due. La colonna, le ore che passano, il tramonto, i vigili del fuoco in arrivo, gli automobilisti che aiutano persino a spingere il mezzo dei pompieri, impantanato tra i fiocchi. «La radio passava informazioni assurde - è il racconto di Mastrascusa e Costantino - per ore non si poteva sapere nulla. Abbiamo chiamato anche le forze dell'ordine: nessuna spiegazione. Ma quale protezione civile. Si era parlato di viveri e coperte, ma fino a quando il traffico non si è sbloccato, non abbiamo visto nessuno». Niente cibo. «Nessun autogrill vicino - proseguono i due automobilisti - chiuso anche il primo distributore di benzina. Come cena, qualche snack e un cioccolatino. E tanta solidarietà tra gli automobilisti. Abbiamo dormito in macchina. Per tenere caldo l'abitacolo, abbiamo consumato carburante per cento chilometri. Qualcuno, a fianco, aveva poca benzina, e non poteva permettersi di tenere accesa l'auto. L'autoradio passava le telefonate di protesta di alcune mamme, anche loro ferme sull'A1, con i loro bambini. Le autorità hanno abbandonato tutti. Era bloccata anche la corsia di emergenza, piena di auto».
Le telefonate a casa. I cellulari che si scaricano. Le prese da accendisigari prestate da un finestrino all'altro. Poi, verso le 7.30 del mattino, qualcosa si muove. «Ma dopo quattrocento metri, ci siamo ancora fermati per altre ore. Al casello, nessuno sconto: a Milano, abbiamo pagato 34 euro e 50 centesimi, l'intero pedaggio». Un prezzo da ostello per un'assurda notte in autostrada.

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