La scure di Calderoli
grazia Como

Il taglialeggi non cancella molte norme. La filovia Camerlata – Cantù potrebbe essere ripristinata, se tornasse operativa la gloriosa Stecav, Società Trazione Elettrica Comense Alessandro Volta. Ha ancora la concessione per l'impianto e per l'esercizio, ne è titolare dal 1955 per decreto legislativo.

COMO La filovia Camerlata – Cantù potrebbe essere ripristinata, se tornasse operativa la gloriosa Stecav, Società Trazione Elettrica Comense Alessandro Volta. Ha ancora la concessione per l'impianto e per l'esercizio, ne è titolare dal 1955 per decreto legislativo. E questo decreto non è stato soppresso, né cancellato dall'operazione «taglialeggi», voluta dal Governo per sfoltire la selva oscura di norme, atti, disposizioni che si sono susseguite in 150 anni, una maxi operazione in corso dal 2008 e che procede per gradi. Il taglio finale sfiorerà i 420.000 atti e l'ultimo in ordine di tempo, non quello definitivo, è dell'altro ieri. Nel frattempo, è stata istituita una «banca di norme attive», nella quale si possono rintracciare anche i provvedimenti che riguardano realtà locali. Il tempo per la consultazione è limitato, ma nel caso in cui non s'indugiasse, appare un bel florilegio di provvedimenti per Como e provincia, quasi un racconto di tante cose per le quali è stata presentata istanza al Capo dello Stato, al Governo e al Parlamento nel corso degli ultimi 55 anni. Le forbici del ministro alla Semplificazione, Roberto Calderoli, non hanno ancora finito di lavorare e quindi può darsi che ulteriori atti «nostri» spariscano. Com'è possibile che altri atti tagliati siano riportati in vita: è il caso, per esempio, di Brunate, ricostituito in Comune nel 1947. Ma in una prima versione, il decreto era stato cancellato: come dire che Brunate veniva riaccorpato a Como? È attiva e tuttora valida la donazione che nel 1954 il Liceo Classico Alessandro Volta accettò da un privato e ne fu autorizzato con apposito decreto. Medesima procedura per la Leonardo Da Vinci ed è tuttora in vigore la legge che nel 1957 aveva provveduto alla «sistemazione dei servizi pubblici di linea di navigazione sui laghi di Como». L'anno prima, nel 1956, una legge, ancora viva, autorizzò il ministero delle Finanze a spendere la bellezza di 350 milioni di lire per «il nuovo valico di frontiera a Brogeda» e non sono venute meno leggi sulle convenzioni italo svizzere per il Breggia o per la rettifica dei confini di Stato. Dieci anni prima era stato autorizzato il Consorzio dell'Adda a lavori sugli invasi del lago di Como. C'è ancora una legge del 1958 per «l'erezione in ente morale del Consorzio provinciale dei conduttori di stazioni di monta taurina delle province di Como con sede in Como» e le ipotesi su questa permanenza sono aperte.
Maria Castelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA