Formigoni: "A Como
un po' incoerenti"

Se grazie agli accordi con il governo sulle risorse aggiuntive da assegnare dopo i tagli imposte alle Regioni dalla manovra «si è potuto raddrizzare una barca che si inclinava pericolosamente», per Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia è difficile far trovare al rotta alla barca comasca che, con buona pace delle nasciture paratie, sembra imbarcare acqua da tutte le parti.

COMO Se grazie agli accordi con il governo sulle risorse aggiuntive da assegnare dopo i tagli imposte alle Regioni dalla manovra «si è potuto raddrizzare una barca che si inclinava pericolosamente», perRoberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia è difficile far trovare al rotta alla barca comasca che, con buona pace delle nasciture paratie, sembra imbarcare acqua da tutte le parti. E come dare torto al numero uno del Pirellone se, nell'incontro con la stampa pre natalizia si sente di tracciare un quadro rosa (magari con qualche tonalità pallida) sulla sanità (la Regione ha acquisito il Nerviano Medical Sciences, centro milanese di ricerca medica e biomedica, oltre che uno dei principali poli italiani di svliuppo farmaceutico) e sulla scuola (la qualità dell'istruzione lombarda è tra le più elevate in Europa, anche se i tagli statali imporranno per il prossimo anno una riduzione delle "doti") che scurisce di colpo quando si parla di tre questione prettamente lariane: campus, autostrada Lecco-Como-Varese e secondo lotto della tangenziale cittadina? «Il problema è che i comaschi sono un po' incoerenti, come ben sapete», chiosa il governatore stimolato sugli argomenti. Il riferimento è all'autostrada che dovrebbe collegare i tre capoluoghi Pedemontana. Nel 2011 ci sarà una svolta? «La posizione della Regione - spiega Formigoni - non è cambiata». E la colpa non sembra essere del Pirellone. «Noi pratichiamo la sussidiarietà: quindi lasciamo le decisioni al livello locale. Se però non c'è un'indicazione univoca sul tracciato non possiamo che restare a guardare e attendere buone nuove».
Può anche sembrare una "excusatio petita", magari per un calo di attenzioni da parte del trentesimo piano del grattacielo più importante di Milano nei confronti di un territorio rimasto giocoforza a lungo sotto la lente del cannocchiale presidenziale per il caso paratie e il nuovo Sant'Anna. Ma c'è un'innegabile razione di verità nelle parole del presidente, quando, parlando degli interventi a favore delle università lombarde (scelta non causale con gli studenti in piazza e la riforma che arranca tra contestazioni e Rosy Mauro), cita i nuovi erigendi campus di Lecco e Pavia. E Como? La situazione è nota. Il livello locale si ingarbuglia, chissà che non giunga anche questa volta il soccorso milanese. «Il programma è di dotare di campus tutte le città sede di università in cui vi sia un'esigenza autentica. Como è fra queste, ma a livello regionale siamo ancora allo studio», frena però il governatore. Intanto aLecco c'è già la prima pietra. Già, lì saranno più coerenti. Dove però la tesi di Formigoni lascia qualche perplessità è sul secondo lotto della tangenziale di Como finito in una sorta di inquietante oblio dopo la rinuncia all'ipotesi di tracciato considerato, invero non a torto, troppo oneroso. Qui però l'incoerenza lariana c'entra fino a un certo punto. Ma il governatore lascia aperto solo uno spiraglio: «Stiamo valutando alcune ipotesi, comunicheremo la nostra decisione appena sarà stata presa». E poi si spera in un barlume di coerenza.
F. A.

© RIPRODUZIONE RISERVATA